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JOE JACKSON a Prato, 9 maggio 2003


Bizzarro è il minimo che si possa dire di un polistrumentista quarantasettenne dalla pelle bianca che più bianca non si può che si presenta sul palco in giacca nera e pantaloni viola. A maggior ragione se si considera che il polistrumentista quarantasettenne in questione, dopo oltre due decenni di evoluzioni musicali e radicali cambi di genere ha fatto un disco che ha intitolato "Volume 4" perchè con lui c'era una band con cui aveva fatto già tre dischi. L'ultimo dei quali nel 1980. Nostalgia? nemmeno per idea! "In tutta la mia carriera questo è il primo disco con una certa vena nostalgica, e la nostalgia è un sentimento che non mi apparteneva finora, quindi è comunque una novità", ha detto in una recente intervista il diretto interessato, Joe Jackson. E non fa una piega!!
Joe Jackson era a Prato il 9 maggio per la prima delle due tappe italiane del suo tour europeo.
Il teatro Politeama non ha l'aria di essere abituato a musica come la sua, ma ci può sempre essere una prima volta, ed ecco lui e la sua band dare inizio allo spettacolo poco dopo le 22:30. Riassumere le caratteristiche base della musica che Joe Jackson suona è un compito alquanto oneroso a dire il vero, ma la strada che il concerto percorre nel tempo di un'ora e mezzo passa attraverso pezzi martellanti (il basso a volte mi rievoca i Clash, e il batterista fa un casino pazzesco) così come attraverso canzoni melodiche, come quelle che Joe Jackson suona da solo alla tastiera mentre gli altri tre si concedono un momento di riposo ("non che ne avessero bisogno", precisa lui). Molti dei pezzi arrivano ovviamente dall'ultimo disco, altri sono stati ripescati dal passato. "Big World" ("non sono nostalgico, però questa la voglio fare!") e "Real Men" sono tra gli episodi più felici. C'è posto anche per una curiosa citazione degli Yardbirds, "For Your Love", e per considerazioni di Joe Jackson: "Io ho suonato spesso canzoni di altri. Ogni tanto qualcuno ha anche suonato delle mie canzoni. A volte male... Tori Amos ha suonato una mia canzone ("Real Men"). E l'ha suonata bene. Ora io suonerò la mia versione della versione di Tori Amos della mia canzone. Sarebbe bello se questa canzone venisse cantata anche dal pubblico. Però cantatela solo se ne avete voglia. A volte ai concerti ci sono dei musicisti che dicono al pubblico: 'e ora cantate!!', penso che sia davvero stupido!".
Il concerto è piaciuto a tutti, o comunque a gran parte dei presenti. Gli applausi sono arrivavati a scrosci, anche quando Joe Jackson ha iniziato a suonare un pezzo e subito si è fermato per bere dal bichiere di latta (?!) che ha tenuto a portata di mano tutta la serata. "...amazing!!!". Questi applausi però forse non gli hanno giovato troppo, visto che alla fine era un po' barcollante. Ma cosa c'era in quel bicchiere? Alcol di sicuro, ma forse in soluzione con una pozione magica per fare musica come si deve!

Alessandro Alajmo


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