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Cantala ancora Maria...

Maria Muldaur – A woman alone with the Blues...remebering Peggy Lee
(Telarc/CGD)

La bostoniana Maria Muldaur, trapiantata a San Francisco ai tempi del suo più grande successo”Midnight at the Oasis”alla metà dei settanta torna sulle scene con un civilissimo album di blues dedicato a una grande voce biaca, quella di Peggy Lee, una cantante che ,insiema Anita O’Day,seppe dare una sponda rispettabile al blues nero quando questo rispettabile non era proprio ancora.
La Muldaur,cresciuta in alta california nell’ambiente dei Grateful Dead è una sessantenne dotata di una certa grazia vocale e di una buona ricerca di timbro, oltre alla innata qualità di saper forgiare buoni progetti ogni qualvolta si ripresenti sulle scene.
Alla etichetta Telarc la tengono in buona considerazione perchè sa fare loro bella figura e questo “A Woman alone with the blues...remembering Peggy Lee”(Telarc/CGD)è un cd che si merita 4 stelle.
Maria, che di cognome da nubile fa D’Amato( Muldaur era il suo primo marito,quel Geoff che conobbe duranta la sua militanza nella Jim Kweskin’s Jug Band presso il club 47 di Cambrifge in Massachusettes) ha swing e sa tenere insieme la baracca.
La Muldaur grazie ai buoni arrangiamenti di Jim Rothermel(che qualcuno più grande ricorderà con Jesse Colin Young e brevemente con Van Morrison),grazie alla sezione ritmica presa in prestito a Harry Connick jr( Neal Caine al contrabasso, Arthur Lalin alla batteria) e alla presenza del grande chitarrista Danny Caron( che tanto fece per il tardo Charles Brown prima che questo ci lasciasse, sentitelo in “Moments like this”come si muove elegantemente sul tappeto ben steso di un lascivo arrangiamento mai arrogante....)licenzia un disco che si farebbe ascoltare bene nei veri lounge bar e non in quella accozzoglia di luoghi della mente che certi ragazzotti trend descrivono come tali.
Qua la classe non è acqua e si vola alti-sembra dire la cantante- e quando in Winter Weather fa la sua comparsa l’irascibile voce di Dan Hicks(fondatore dei Charlatans e precursore del revival di certo swing ante guerra) l’album sale ancora più su e forse cantanti come Harry Connick jr( appunto!) dovrebbero prendere appunti.
La Lee, scomparsa da poco tempo, è d’altronde una di quelle cantanti che hanno accesso i desideri di tante teen agers dei cinquanta e Maria era certo una di esse. Questo “A Woman Alone With The Blues...remembering Peggy Lee” farà felici un vasto raggio di seguaci di blues e jazz e lo si ascolterà volentieri anche quando altra acqua sarà passata sotto i ponti. E questo, oggi, è un merito di non poco conto.

Ernesto de Pascale


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