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Tavarnuzze Blues Festival 2002
Un clima del tutto informale ha accompagnato lavvio, sabato scorso, del primo Tavarnuzze Blues Festival. Informale, perché la piazza del paese è lontana dalle luci della città e dai suoi ritmi serrati, e laria che si respira è quella di un posto accogliente, dove il tempo scorre più lentamente e dove tutto sembra più semplice. E parlando di un evento di questo tipo certe premesse, almeno idealmente, non possono che essere considerate positive.
Quando la serata comincia sono circa le nove e mezzo. I primi a salire sul palco sono i Cortez, band romagnola con Antonio Gramentieri e Alessandro Cicognani alle chitarre e Denis Valentini alle percussioni. Allapertura il pubblico è ancora scarso, ma la serata, tranquilla e quasi estiva, sembra promettere bene. I Cortez propongono un blues tradizionale e dai tratti essenziali, costruito attorno ad un delicato e curato equilibrio di suono fra le due chitarre, che si appoggiano, quando serve, ad uno swing riservato e ben bilanciato alla linea melodica. Ripercorrono brani classici come Ill Play The Blues For You di Albert King e The Memphis Train di Rufus Thomas, giocando sulle particolari caratteristiche timbriche e sullimpostazione un po acustica della band e sfruttando i toni caldi della voce di Cicognani.
Ma soprattutto suonano bene, un sound avvolgente e confidenziale, che arriva al pubblico e vola fino alle finestre delle case intorno alla piazza, da cui la gente comincia ad affacciarsi timidamente. Ancora poco e la piazza si riempie, mentre i Cortez lasciano il posto ai musicisti toscani della Chicago Blue Revue. La guida della band è affidata alleccezionale armonica di Fabrizio Berti, stage man virtuoso e trascinante, attorno a cui si muovono chitarra, basso, batteria e la grande voce di Silvia Cappelletti. Anche per loro unottima performance, con uninterpretazione in chiave contemporanea del West Coast Swing portata avanti in modo vivace e originale. Il tutto sostenuto da una forte presenza sul palco, capace di far presa su un pubblico ora più numeroso, ma sempre un po distaccato. Gran finale con tutti i musicisti riuniti per suonare Ray Charles.
Giulia Nuti
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