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The In Crowd, the definitive mod collection from the original style movement 1958-1967 (Universal)


“The In Crowd” è un magnifico atto d’amore verso un movimento di pensiero e di stile tutto londinese che attraversò in modo sotteraneo e trasversale l’epoca del rock & roll, quella dei rockers e dei teddy boys, quella dei balli e l’avvento e l’esplosione della cosidetta “beatlemania” e della “british invasion” che nel 1964 conquistò l’America.
“The In Crowd” è una collezione in 4 cd che si pone sul mercato della musica in commercio con grande dignità e forte personalità, un tributo della discografia inglese verfso il proprio passato e i propri modelli.
Ma andiamo con ordine: Londra. Al termine del 1964 si delineano due precise tendenze: quella legata alla scena Rythm & Blues, che con l’avvento dei Rolling Stones ha trovato una affermazione nazionale e quella più sotteranea dei Mods legate a tendenze che i giornalisti dell’epoca definirono di “Rythm & Blues Sperimentale”. I Mods si preparavano già da un pò ad essere i portatori di uno stile più sintetico e stringato, dalle caretteristiche assolutamente “britanniche”. E nel breve tempo di una corta stagione i giovani appasionati di musica videro fiorire nella patria Inghilterra alcune immortali band. Ne citiamo in special modo due:
Gli High Numbers che riprendono il loro nome originale “The Who”, wdopo averlo lasciato per qualche tempo, e continuano a suonare la loro esplosiva mistura di “ Maximum Rythm & Blues “ definendo meglio la propria immagine, grazie anche alla azzeccatissima giacca “union Jack” (fatta cioè con una bandiera britannica) indossata dal loro chitarrista Pete Townshend.
Intanto tre ragazzotti - Steve Marriott, Ronnie Lane e Kenney Jones - trovano finalmente il giusto nome. Si faranno chiamare “The Small Faces”, un po’ per la loro statura, un po’ perché tra i Mods il termine “The Face” indica il tipo a posto, giusto, “A Boy About Town” come canterà anni dopo “l’ultimo dei Mod”, Paul Weller con i suoi “The Jam”.
“The In Crowd, the definitive mod collection from the original style movement 1958-1967” in 4 cd ripropone la colonna sonora di quelle notti nel quartiere londinese di SoHo, i weekend che, come recitava la famosa trasmissione televisiva “Ready Steady Go”, “…cominciano qui” (e non finiscono mai), i dance floor hit di club rimasti immortali come il Flamingo, il Marquee, il Tiki taki, il 100 Club( ancora in attività oggidì al numero 100 di Oxford Street!).
Se non bastasse questo cd ben compilato una raccolta con una forte propensione per quel genere nero che in UK definirono negli anni seguenti “Northern Soul” e che ancora adesso vanta moltissimi seguaci e resta l’anima del genere Mod. Ma da Dobie Gray a Ramsey Lewis – che aprono e chiudono la collezione con l’eccellente floor filler “the In crowd”-questa collezione è anche una piccola Bibbia tascabile del Soul a cui tanto debbero i Mod. Per sfociare -nel quarto cd- nella ingenua e immortale creatività non solo dei citati “The Who” e “The Small Faces”, ma in quella altrettanto influente di “The Spencer Davis Group” con un sedicenne Stevie Winwood, dei mitici “Creation” e degli oscuri “Action”, del sotttovalutato Graham Bond con i suoi “Organisation” (con Jack Bruce, Ginger Baker e John McLaughlin), del vocione di Chris Farlowe e quella del talentuoso Georgie Fame dietro l’organo hammond con i suoi “Blue Flames”, ancora oggi infaticabile assieme a Bill Wyman, ex Rolling Stones.
“The In Crowd,the definitive mod collection from the original style movement 1958-1967” è la perfetta compagnia ai due box di 45 giri di “The Jam”, alla bellissima compilazione, anche quella di 4 cd, “30 Years of Maximum Rythm & blues” dedicata “The Who”, alle molte nuove belle raccolte di “The Small Faces”, da posizionare vicino ai nuovi dischi di Paul Weller e di Ocean Color Scene in un unico lungo tracciato non ancora consumatosi che unisce i Mod di allora al post Brit Pop di oggi.



Ernesto De Pascale

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