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Pat Nevins, Shakey Zimmerman
(Artemuse Records 2003)
(english version by Michela Cobino)


Pubblicare un disco di debutto con sole cover è un operazione non facile o meglio alquanto coraggiosa, riuscire a stupire poi è quasi impossibile dato soprattutto il repertorio con cui si ci confronta.

Pat Nevins è un eccezione, infatti per il suo recente debutto solista dal titolo "Shaker Zimmerman" , pubblicato dall' etichetta indipendente Artmuse Records, ha scelto di cimentarsi con cinque brani tratti dal repertorio di Bob Dylan e cinque da quello di Neil Young. La sua idea di fondere in un tutt'uno ideale alcune perle di due dei più importanti repertori del rock è posta subito in rilievo dal particolare titolo che vede la fusione  Shakey, uno dei tanti nomignoli di Neil Young con il cognome originario di Bob e cioè Zimmerman. Ne nasce un disco maturo e solido in cui le reinterpretazioni pur non discostandosi molto dagli originali vanno ben oltre il semplice tributo facendo emergere la personalità artistica di Nevins. Da sempre appassionato cultore della musica di questi due grandi songwriter, Pat si è fatto un nome nella  San Francisco Bay Area sia da solo sia come membro di vari side-projects ma soprattutto per la collaborazione con Paul Siegel. Dal 1985 al 1994 ha suonato ricevendo grandi consensi con i Deadbeats, una band nota agli amanti dei Greatful Dead per aver aperto numerosi loro concerti, oltre a quelli di The Band, Merl Saunders & the Rainforest Band, The New Riders of the Purple Sage, The David Nelson Band, Vassar Clements, Commander Cody, Lonnie Brooks, Koko Taylor e altri. Durante questa sua esperienza live maturata con i Deadbeats ha avuto modo di accrescere le sue doti strumentali e soprattutto di affinare le sue capacità interpretative: ecco che questo disco si pone come una sorta di chiusura di un cammino verso la sua attuale maturità artistica. Il progetto nato con l'ausilio di ottimi strumentisti come Barry Sless alla chitarra e alla pedal steel, Bill Laymon al basso, entrambi al suo fianco anche nei Deadhed e noti per aver suonato nella David Nelson Band, vede anche la partecipazione come completamento dell'organico anche Nura Creitz alla seconda voce e Mark Corsolini, batterista della prima formazione della Dark Star Orchestra. Le composizioni di Bob Dylan e quelle di Neil Young si alternano creando delle splendide atmosfere fatte di contrasti in chiaroscuro, il tutto arrangiato e prodotto in modo pregevole dallo stesso Nevins con l'ausilio di Julie Larson. Ottima la scelta di aprire il disco con You're Gonna Make Me Lonesome When You Go, brano a firma Dylan tratto dal capolavoro Blood On Tracks, impreziosita da uno splendido intro di armonica e dalla voce ispirata di Pat che si intreccia con tocchi di pedal steel particolarmente riusciti. Dal capolavoro di Neil Young Tonigth's The Night è tratto il secondo pezzo Lookout Joe, un brano in origine oscuro ma che qui rivive una seconda giovinezza grazie ad un andamento quasi blues con un ottima chitarra elettrica in primo piano e gradevole è anche il background vocal nei ritornelli di Nura Creitz. Un piccolo spaccato di Rolling Thunder Revue è la rilettura di Tonight I'll Be Staying Here With You, ripulita dai ridondanti passaggi melò di Nashville Skyline; questa versione richiama in modo meno violento quelle di Bob Dylan del 1975, vuoi per l'uso accurato della pedal steel vuoi per un cantato meno irruento ma pur sempre di grande effetto.

La perla del disco è Everybody's Alone, unico brano inedito del disco proveniente dagli immensi archivi di materiale inedito di Neil Young; Pat dà il meglio di se riuscendo a riportare alla luce un pezzo ormai dimenticato grazie ad una performance davvero molto intensa. Da New Morning di Dylan è invece tratto il pezzo successivo Went To See The Gypsy; dominato ancora una volta dalla splendida pedal steel di Sless, il brano viaggia in un atmosfera dalla bellezza cristallina e sognante. Le atmsferse diventano allucinate con il quasi mantra di Last Trip To Tulsa tratto dal primo lavoro solista di Neil, la voce di Pat è ipnotica così come l'arrangiamento complessivo del brano dove le splendide parti di basso fanno da supporto perfetto ad una ritmica che riporta ad un atmosfera oscura e notturna. Il pezzo meno convincente del lotto è Things Have Changed che suona pretenziosa e meno ispirata rispetto all'intensità dei brani che la circondano ma soprattutto priva di quella speciale tensione che permette a Pat di poter esternare i propri sentimenti in queste canzoni.. Le cose cambiano  totalmente con Ambulance Blues, solida meno travagliata dell'originale su On-The Beach ma senza dubbio assai efficace e riuscita. I Threw It All Away chiude il lotto dei brani di Dylan in un atmosfera tipicamente country-rock e apre la strada allo splendido finale di (When You're On) The Losing End, secondo vertice interpretativo del disco. Il brano si rifà alla versione in studio ma grazie alle splendide parti di violino che ne caratterizzano il refrain appare ancor più affascinante e movimentata. In conclusione un disco da non lasciarsi sfuggire, sia per la qualità delle composizioni presenti ma soprattutto per la grande abilità come interprete di Pat, che fa sue queste dieci composizioni traendone un disco davvero convincente. Il disco può essere ascoltato in anteprima su e acquistato via internet presso il sito dell'Artemuse Records.


Salvatore Esposito

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