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Bob Dylan: Stories From Electrical Storm Meno risentita e tesa del solito è Don't Think Twice, It's All Right presentata a Roma in una bella versione vagamente-country ma più intensi e passionali risultano i suoi brani di non-amore. In questi brani Bob dimostra ancora di avere nella voce sfumature toccanti e romantiche, come nella magnifica Love Minus Zero/No Limit di Zurigo e in Boots Of Spanish Leather eseguita a Milano, entrambe rese è splendide da un nuovo arrangiamento elettrico, in cui Larry Campbell nella prima suona la pedal-steel e nella seconda il cittern regalando attimi di vero e proprio lirismo strumentale. Poesia allo stato puro è quella di Desolation Row in cui Bob ha commosso il Filaforum di Milano con una performance da brividi trattando ogni verso come fosse un susseguirsi si acquerelli appena dipinti e poi incorniciati da strepitosi assoli di armonica. A dipingere c'è la sua voce che al momento di cantare il verso "But he was famous long ago, For playing the electric violin" si increspa per un attimo quasi commossa. Applauditissima l'immancabile Mr Tambourine Man, che appare irriconoscibile rispetto al passato grazie all' evidente riscrittura melodica, e soprattuto rispetto alle non eccezionali versioni recentissime, Bob canta quasi trascinato dalle parole scandendo ogni singolo verso alla perfezione, senza trascinare le finali delle parole e senza enfatizzare troppo il ritornello, impreziosendo il tutto con delle belle parti di armonica. Notevole anche il recupero di una delle più attente e universali canzoni di "protesta" di Bob, The Lonesome Death Of Hattie Carroll eseguita sia a Roma che a Milano, in cui la voce di Bob è evocativa al punto da rendere vive le immagini tremende di William Zanginger che uccide Hattie Carrol. Maestosi i brani elettrici da Highway 61 Revisited e Blonde On Blonde come le poderose e telluriche versioni dell'attesisssima Just Like Tom Thumb's Blues e di Most Likely You Go Your Way (And I'll Go Mine), entrambe eseguite a Zurigo e in cui dopo anni si riapprezza un suono molto vicino a quello mercuriale di cui parlava negl'anni 60 Bob a Robbie Robertson della Band, il tutto è guidato dallo sferragliare delle chitarre attraverso le parti ritmiche ossessive suonate dal menestrello a piano. Abbastanza routinaria ma degna di pur sempre di nota è l'immancabile Highway 61 Revisited guidata dagli assoli rallentati di Freddy Koella. Nessun brano dalla produzione dei settanta e la sola Every Grain Of Sand, dal periodo religioso dei primi anni 80, cantata da Bob in un atmosfera quasi sacrale quasi fosse una preghiera laica dallo stile dolcissimo e dal grande spessore emotivo. Da Oh Mercy arriva Man In The Long Black Coat, eseguita a Roma e cantata con assoluta passione e trasporto mentre la band ricrea quel sound tipicamente notturno che aveva su disco. A Zurigo è stata invece eseguita Shooting Star, in cui Bob al piano e alla voce incanta mentre Freddie e Larry incidono sulla melodia ricami degni di un cesellatore di argenti e un grandissimo George Receli alla batteria infonde un tocco ritmico delicatissimo. L'esecuzione di Dignità a Milano vale poi tutto il concerto sia perché era una delle canzoni most wanted di questo tour sia per l'energico arrangiamento in cui il fedele Tony Garnier al basso stende un tappeto sonoro micidiale su cui il batterista Recile lavora incessantemente senza un attimo di respiro. Solo a Zurigo si ricorda di Time Out Of Mind e recupera ben due brani, Can't Wait in una versione più oscura e claustrofobica che mai e Cold Irons Bound con un'arrangiamento molto simile in alcuni punti a quello della recente versione presente su Masked & Anonymous ma con in più una bella dose di groove che non guasta affatto. Grande anche Things Have Changed, eseguita a Milano con grande trasporto mentre l'oscar vinto grazie a questa canzone, incisa per la colonna sonora di Wonder Boys, fa bella mostra di se proprio accanto a Bob. Immancabili i pezzi più movimentati dall'ultimo Love & Theft come Cry A While, uno splendido blues giocato su cambi di tempo repentini e sull'armonica blues di Bob o ancora Honest With Me, che stordisce per l'alto impatto elettrico generato dai riff killer di Larry Campbell alla slide e dai grandi assoli di Freddy Koella. In questi brani Bob da il meglio di se proprio con la voce, da tempo oggetto da parte dei fan di critiche e ormai bollata come finita per sempre e lo dimostra in una sempre più travolgente Tweedle Dee & Tweedle Dum, una cavalcata a briglie sciolte che fa ballare il pubblico come non succedeva da tempo. Prima dei bis c'è sempre una travolgente Summer Days ancora da Love & Theft dove Bob si agita dimenandosi al piano regalando l'ennesimo sipario di arte chapliniana di cui solo lui è padrone al mondo oltre logicamente al proprietario originale. Dopo una brevissima pausa Bob e la band rientrano sul palco e seguendo lo schema fisso di questi tour europei, partono i bis ormai classicissimi ma maledettamente potenti. La prima del lotto è Cat's In The Well, tormentata dai riff elettricissimi di Freddie Koella che da canzoncina che era la trasforma in un pezzo a dir poco travolgente e coinvolgente. Uno stacco di batteria e poi è Like A Rolling Stone che dal vivo non era mai stata così perfetta e vicina all'originale, Bob canta con passione e addirittura sembra gradire moltissimo l'effetto karaoke che si produce ad ogni ritornello. Teminata Like A Rolling Stone Bob rompe il silenzio e esordisce dicendo: "Thank You Friends!" e poi passa a presentare la band. In conclusione ecco la nuova versione di All Along The Weatchtower dall'impatto marziale e sempre più epico che sfocia nelle note della colonna sonora di Exodus che si intrecciano con l'armonica suonata da Bob. Ottima la ritmica ossessiva e ostinata di Recile che ricrea un senso di precarietà e sofferenza, dopo ogni verso Campbell si produce in un assolo lancinante in cui presto subentra anche Koella trasformando questa canzone una splendida jam di rock n'roll duro e puro. Entrambi si dimenticano di avere sul comodino la foto di Hendrix e personalizzano la canzone con tocchi chitarristici senza eguali. Alla fine dei concerti Bob appare visibilmente stanco ma è ancora saldamente al comando del suo vascello e ci resterà ancora a lungo. Salvatore Esposito Le scalette dei concerti BIS
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