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East of Eden – Mercator Projected
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Snafu




Costruiti attorno alla figura dell’eclettico violinista Dave Arbus, gli East of eden sono uno dei gruppi più originali, se pur non fra I più noti, del progressive inglese. Il loro tentativo di contaminazione tra prog, jazz, influenze esotiche e arabeggianti, musica classica è uno dei più intriganti e riusciti. L’etichetta inglese Eclectic ristampa oggi i due pezzi migliori del loro catalogo, il disco d’esordio Mercator Projected (1969) e il successivo Snafu ( 1970). Già il disco d’esordio è un segnale importante che la band dà al pubblico e alla critica, dimostrando di saper fondere tutte le diverse influenze che compongono la loro musica in un insieme omogeneo e ben congegnato. Si passa dagli interventi di sitar su Waterways al lungo assolo di basso su Centaur Woman, sempre dimostrando che le parti scritte e i brani più orecchiabili (come Northen Emisphere ) possono convivere con parti strumentali anche molto libere. E’ un disco in cui viene lasciato spazio alle melodie, come in Isadora e nelle sue parentesi per flauto, caratteristica che nel secondo disco diventerà meno evidente a favore di altre priorità. Legami con la musica classica sono testimoniati da Communion, ispirato ad una partitura per quartetto d’archi di Bela Bartòk. Figura carismatica all’interno della band e nell’economia delle sue potenzialità è quella del leader Dave Arbus, violinista di straordinario talento che forse i più conosceranno per lo storico assolo in Baba O’Riley degli Who. Arbus è un esperto nel muoversi tra i riff, spesso di ispirazione chitarristica ma sempre marchiati con un tocco di originale personalità ( fornendo così solido appoggio alla struttura delle composizioni), ma quando serve dimostra una straordinaria agilità. E soprattutto Arbus, se pur tutti fossero ottimi musicisti, è stato per gli East of Eden la testa pensante e la fonte di idee, nonché colui che ha tentato senza successo, attraverso i vari cambi di formazione, di tenere il gruppo insieme. Snafu, secondo disco, si addentra ancora di più nei meandri del progressive. Ci sono meno canzoni, è più oltraggioso e coraggioso, è per il gruppo l’album della maturità. Con Snafu gli East of Eden sanno chi sono, Arbus ha verificato le potenzialità del suo progetto, il gruppo sa quanto può spingersi lontano. E lo fa, conquistando anche un piazzamento al n.29 in classifica. Gli Esat of Eden hanno imparato a giocare d’effetto, e sfruttano la formula di composizioni sotto forma di mini suite in più parti di cui vengono indicati i vari titoli. L’influenza jazz viene elaborata fino a spingersi ad un omaggio a Coltrane ( Ramadhan) e al Mingus di Better Git in Your Soul ( In the snow for a blow ), con Arbus che sfodera tutta la sua maestria non soltanto al violino ma anche agli strumenti a fiato. Non mancano i rimandi alla musica orientale (Gum Arabic) e i momenti di protagonismo per Arbus ( Nyphenburger, Beast of Sweden) . La conclusione è un disteso traditional ri arrangiato, ma dietro l’inserimento di un episodio come questo si nasconde la volontà di riproporre nella sua forma originale quanto già proposto con la prima parte del terzo pezzo del disco (dal titolo Xhorkom) , stesso brano suonato al contrario ed esempio di uno dei tanti nastri rovesciati usati all’interno dell’album.
Il consiglio per quanto riguarda gli East of Eden è spassionato e molto semplice: sono dischi, entrambi, assolutamente da avere. Le ristampe su cd, a fronte dei costosissimi vinile delle prime edizioni di questi album, sono momenti da cogliere al volo per andare a scoprire gruppi che non solo hanno prodotto opere oggi di alto valore collezionistico, ma soprattutto di alto valore musicale.
Entrambi i dischi sono ristampati dalla Eclectic con bonus tracks, tra cui - prima bonus track di Snafu – il brano Gig a Gig, la più celebre composizione degli East of Eden e quella di maggior successo commerciale, che ha segnato sia il momento di maggior successo di pubblico per il gruppo che la fine, con l’arrivo dei primi timidi segnali di notorietà, della fase di genuinità e corposità musicale testimoniata da questi primi due album.

Giulia Nuti




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