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Jethro Tull: nothing is easy/live at the isle of wight 1970
(eagle records/edel) www.eagle-rock.com




Alessia d'Andrea: Locomotive breath feat. ian anderson
(renilin) www.alessiadandrea.com




E' stata considerata la Woodstock inglese, anche se si è sviluppata in più giorni e in più edizioni. Il festival dell'Isola di Wight era il segno che in Europa si poteva organizzare un evento dedicato alla cultura alternativa e l'edizione 1970 aveva tanti dei protagonisti del festival statunitense, concentrati negli ultimi due giorni: Ten Years After, Who, Melanie, Sly and the Family Stone, Richie Havens, Joan Baez, Jimi Hendrix. Era un cast complessivo di tutto rispetto con, tra gli altri, gli inglesi Emerson, Lake e Palmer, Procol Harum, gli americani Joni Mitchell e John Sebastian, il futuro ministro della cultura brasiliano Gilberto Gil, il grande trombettista Miles Davis. E i Jethro Tull, il cui set del 30 giugno (una domenica) è considerato dagli storici del festival come uno dei migliori. Avevamo già avuto un assaggio della loro esibizione nel Vhs Message to Love (in Italia distribuito da l'Unità) e nel Vhs (poi Dvd chiamato A New Day Yesterday) fatto per il 25° anniversario del gruppo. Ma oggi la Eagle records (a cui dobbiamo molti buoni prodotti di rock classico negli ultimi anni) ha stampato l'intera esibizione del gruppo, con tanto di note di copertina di Ian Anderson. E' indubbiamente una fortuna, non solo per i fan ma anche per gli appassionati del rock anni '70 in genere. Perché troviamo i Jethro Tull in un momento di grazia: sia esecutiva, con la migliore formazione che si possa annoverare nella loro storia, sia compositiva di Ian Anderson che stava lavorando sul materiale che avrebbe poi dato vita ad Aqualung. Allora il gruppo ebbe anche una dose di buona sorte: si esibì dopo i Pentagle e i Moody Blues e prima di Jimi Hendrix (il cui staff aveva ingaggiato una lotta con quello dei Jethro per protestare per l'allestimento del materiale sul palco, ma gli inglesi si imposero!). Era il nono set su quattordici complessivi: una posizione ideale per chi aveva sentito tanta musica e non ne era ancora sazio. "Salimmo sul palco - ha ricordato poi Glenn Cornick anni dopo - al momento giusto. Il sole stava tramontando e fu uno spettacolo bellissimo anche per noi. Suonammo pieni di energia, e fu un grande successo. Poi vidi che il pubblico cominciò a stancarsi da mezzanotte in poi quando obbiettivamente non ne poteva più di tante ore di musica. Basti pensare che il concerto finì alle 3, ma molti se ne erano andati".
Parlavamo della formazione: il leader Ian Anderson alla voce, al flauto e alla chitarra acustica, Martin Barre a quella elettrica, Glenn Cornick al basso, Clive Bunker alla batteria, John Evans alle tastiere. Un quintetto mai ufficiale su album: Benefit (1970) includeva Evans ma come musicista ospite, mentre in Aqualung (1971) compariva al basso Jeffrey Hammond-Hammond dopo che Cornick fu cacciato in malo modo da Anderson. John Evans era un vecchio amico del gruppo, suonava le tastiere prima della nascita dei Jethro nella fase in cui il gruppo, pur con Anderson già indiscusso leader, si chiamava John Evan Smash e John Evan Band senza la "s" perché suonava meglio. Cornick e Bunker formavano la sezione ritmica sin da This Was (1968) mentre Barre aveva sostituito Mick Abrahams da Stand Up (1969) per non lasciare più i Jethro e diventare l'alter ego di Anderson sino a oggi. Sia Stand Up sia Benefit avevano conquistato definitivamente il pubblico (non solo inglese, ma anche europeo-continentale e americano) mostrando un gruppo dallo stile nuovo: partito dal blues verso un rock più elaborato simboleggiato dalla figura di Anderson, compositore, cantante e flautista. Il set scelto per l'Isola di Wight era quello tipico di altri concerti del 1970, come si può notare dal terzo volume del cofanetto dei 25 anni (un'esibizione dal vivo a New York) e dal bootleg chiamato Mad Dog Fagin' ben conosciuto dai fan dei Jethro e dai collezionisti. Come apertura del set da This Was viene proposto il brano iniziale, My Sunday Feeling, ma la vera sorpresa viene dal successivo My God, ancora non inciso. Sarà il primo brano della facciata B di Aqualung (anzi l'album doveva chiamarsi proprio My God). E' una versione che non ha niente da invidiare a quella che tutti ormai hanno nelle orecchie: ricordiamo che tutto Aqualung fu mixato mettendo in secondo piano la sezione ritmica proprio per ovviare alle minori capacità tecniche di Hammond-Hammond che aveva ripreso il basso da poco tempo prima della registrazione. Quindi onore all'accoppiata Cornick-Bunker e all'assolo di flauto centrale, presentato nella sua essenzialità senza il coro di sottofondo. Da Benefit ecco With You There To Help Me, ma la nuova sorpresa è rappresentata nel lungo assolo di Evans al pianoforte che troveremo poi in Living in The Past sotto il titolo By Kind Permission Of. Un titolo che simboleggia i prestiti da Beethoven, Debussy e Rachmaninov inclusi nel pezzo che contiene anche un duetto con Anderson. Sempre da Benefit è To Cry You a Song, mentre dal primo album ecco Dharma for One in una versione differente, con l'aggiunta di un testo, e un assolo di Clive Bunker che lascia senza fiato. Per il resto tutto viene dal capolavoro Stand Up con la Bourée da Bach, Nothing Is Easy presentato come finale e il medley We Used To Know/For A Thousand Mothers. E' un'esibizione che fortunatamente ci è stata riproposta: forse solo il concerto del Madison Square Gardens di New York del 1978 è tanto ricordato nella storia del gruppo, ma molto di quel periodo può essere ascoltato nel doppio Bursting Out dell'anno precedente. Qui è la storia del rock che ritrova un suo tassello.

Parlavamo di Aqualung e in Italia è uscito un singolo di Locomotive Breath, uno dei brani più famosi dell'album. A proporlo una giovane cantautrice di Cosenza, Alessia d'Andrea, vincitrice del Premio Recanati 2001 (l'anno di Amalia Gré, Pacifico, Susanna Parigi) con Ian Anderson ospite al flauto. Si è trattato di un contatto casuale, raccontato anche Radio 3 Suite in una sera d'ottobre: nell'ascoltare dischi di rock degli anni '70, Alessia d'Andrea si innamora di Aqualung e del riff di Locomotive Breath che pensa di mutare ritmicamente. Il contatto via mail ha successo tanto che Anderson decide di collaborare, la invita sul palco a Roma durante il tour italiano dellla scorsa estate e le manda la sua parte di flauto. Ecco che quindi nasce il singolo per la neonata etichetta Renilin con due versioni del brano, di cui una destinata alle radio (auguri!) e la traccia video del concerto di Roma. La versione è convincente: rimane l'introduzione con il pianoforte suonato dalla stessa cantante, il nuovo ritmo è molto simile al funky, con qualche venatura folk. La voce è impostata aggressivamente con tendenza al virtuosismo nella parte finale. Sul flauto è superfluo parlare, quello di Anderson non ha bisogno di presentazioni. L'esame di maturità è rappresentato però dall'album in lavorazione con i brani composti dalla cantautrice.
Così vedremo se l'osmosi tra il suo stile e Locomotive Breath funzionerà.
Michele Manzotti



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