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Richard Leo Johnson Trio Poetry of appliance
(Cuneiform)
www.cuneiformrecords.com
Nella vita si impara ad arrangiarsi un po’ di fronte a tutto. Se agli italiani l’idea di reinventarsi può non suonare poi così naturale, per gli americani è già un concetto più familiare. È il caso di Richard Leo Johnson, a cui le cose nella vita non sono andate proprio bene fin da subito. Richard faceva il fotografo, prima che la sua casa fosse rasa al suolo da un incendio e che tutti i negativi e le oltre 300.000 stampe delle sue fotografie finissero in cenere. Ma anche se la sfiga ha cercato di interferire con i progetti di Richard, di creatività in questo artista ce n’era a sufficienza per non fermarsi e aprire un nuovo capitolo nella sua storia. Johnson ha preso una pausa dalla carriera di fotografo, si è trasferito a Nashville e ha cominciato a dedicarsi a tempo pieno alla musica. Nel giro di un anno ha firmato un contratto con la Blue Note, che lo ha portato a pubblicare nel 1998 il suo primo disco per un a major, Fingertip Ship, uscito con la Metro Blue (sottoetichetta della Blue Note). Poetry of Appliance ci presenta per la prima volta Richard Leo Johnson in trio, formazione costituita nell’autunno del 2003 insieme a Andrew Ripley e Ricardo Ochoa. Si tratta di un trio acustico, basato su chitarra, tastiere e il curioso apporto di Ochoa che suona violino acustico, elettrico e theremin. Le sonorità sono quelle di un rock strumentale leggero e dal feeling un po’ jazz. Ochoa utilizza riff particolari, fa un uso riconoscibile delle corde e dell’arco e questa è una nota coloristica importante. Il tocco chitarristico di Johnosn è morbido e rotondo. Non mancano brani di atmosfera, episodi melodici e malinconici e qualche rimando a blues e country ( Glide Path). Si tratta di un disco semplice, ma che fa piacere ascoltare perché è qualcosa di poco comune e soprattutto costruito su un’idea strumentale di base decisamente originale per un trio.
Giulia Nuti
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