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AA.VV. – Under the influence, a jam bands tribute to Lynyrd Skynyrd



Negli anni settanta i Lynyrd Skynyrd fecero un bel servizio ai giovani sudisti desiderosi di riconquistarsi i propri spazi, soprattutto a quelli ai quali stava un po’ stretta l’idea di essere considerati stronzi e figli di puttana per i peccati di qualcun altro venuto troppo prima di loro. I Lynyrd erano tipi che andavano giù pesante: poche idee ma chiare, magari tutte sbagliate, ma quelle. Suonavano compatti una musica di pochi accordi, interpretata da un cantante che lo ascoltavi e ti pareva fosse lì per caso mentre tre chitarristi si sovrapponevano dandosi battaglia sul campo del rock blues più spietato. Presero presto sicurezza presto i Lynyrd Skynyrd e conquistarono il mondo a modo loro; al produttore Al Kooper il chitarrista Ed King (l’unico vero professionista al nascere della formazione, proveniente dagli Strawberry Alarm O’Clok quelli di “Incense & peppermnint” ) in fase di missaggio del primo album per spiegare chi avrebbe avuto la meglio su una certa decisione, mostrò una 38 special carica e gliela lasciò lì, in bella mostra, da una parte del mixer, giusto per suscitare in Kooper una qualche riflessione. I sei Skynyrd iniziarono presto a capire come scrivere una bella canzone di rock blues che funzionasse: nacquero così classici del cosiddetto rock sudista come “Saturday Night Special“, la epica “Free Bird“, “Whiskey Rock & Roller“, “Gimme three Steps“, la immortale “Sweet Home Alabama“ e alcuni grandi album il cui più completo resta “Street survivors”, forse uno dei migliori album dei settanta del genere, testo sacro per gruppi come i Black Crowes (il cui “the Southern Harmony and the Musical Companion“ è diretta provenienza).
L’influenza dei Lynyrd Skynyrd fu enorme: trovarono successo anche in Europa e un loro concerto a Knebworth in Gran Bretagna rappresentò per il gruppo l’apice del successo.
La sfortuna e la sfiga si accanì contro di loro purtroppo. Quello che non riuscirono a fare le droghe riuscì un incidente aereo e i Lynyrd Skynyrd vennero decimati. Sarebbero tornati indietro molti anni dopo con la stessa pompa e la stessa carica ma senza il carisma del cantante Ronnie Van Zandt e del chitarrista Steve Gaines deceduti in tale occasione.
Oggi le jam band più influenti e creative sul mercato si riuniscono per tributare a loro un affettuoso omaggio. “Under the Influence “ mostra chiaramente come certe formazioni devono tanto ai Lynyrd: dai Gov’t Mule in primis ai Blues Traveler che suonano una “Free Bird” modernissima fino alla fuzion dei Particle che interpretano una versione strumentale di “Workin’ for MCA “. Su tutti svettano Les Claypool ex Primus con una grande e singolare versione di” Call me the Breeze “ e i men conosciuti Galactic in “Saturday night Special “. Atmosfere rock & roll invece per i North Mississippi All Star in “Wiskey rock & roller “ un brano dove era facile strafare.
Buon tributo se non ottimo e l’occasione per rispolverare i dischi della band e sentire come picchiavano i sei una volta.
Ernesto de Pascale


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