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Willy DeVille - Crow Jane Alley
(Eagle)
www.eagle-rock.com



Crow Jane Alley, il nuovo disco di Willie DeVille, era attesissimo dopo lo splendido doppio disco dal vivo dello scorso anno,e senza dubbio arriva a chiarificare un progressivo ritorno alle origini ovvero ad un De Ville, eclettico pronto ad attraversare tutti gli stili musicali che ha toccato nella sua carriera. Chi si aspettava un disco scarno e virato ad un sound più rurale, sulla scia delle sue esibizioni dal vivo, non sarà certo contentissimo di questo disco dal sound ricco e corposo tuttavia va dato atto al buon vecchio DeVille di aver messo in piedi un lavoro dall’indubbio fascino. Formula classica, latin-rock di mestiere e tanta energia sono alla base di Crow Jane Alley, che visto in una prospettiva più generale sembrerebbe una sorta di riassunto dei capitoli precedenti, come dimostra anche la scelta del produttore John Philip Svenale, al suo fianco in vari episodi discografici. Sarà contento chi ama il sound classico di DeVille, infatti non mancano grandi brani come Chieva (dove compaiono come ospiti David Hidalgo e Alex Acuna dei Los Lobos), in cui le chitarre in puro stile spanish si intreccianno con una eccezionale armonica blues o come Downside of Town, una border song di rara intensità, o ancora ottime cover come Come a Little Bit Closet e Slave To Love, spogliata dai toni poppettari dell’originale di Bryan Ferry. Sul versante rock colpisce senza dubbio Right There, Right Then, che ha il piglio per essere annoverato come un classico sin da adesso, Muddy waters Rose Out of Mississippi Mud e la torrida Trouble Comin' Everyday In A World Gone Wrong. Il brano migliore del lotto, che rende questo disco davvero impedibile è la title track, dedicata al vecchio amico Jack Nitzsche, un brano country in odore di soul da gustare fino all’ultima nota. In attesa di vederlo dal vivo in Aprile in Italia non posso che consigliare questo disco sia a coloro che vogliono avvicinarsi a questo grande autore sia ai fan di vecchia data che vogliono tornare a respirare un po’ di aria nostalgica.

Salvatore Esposito






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