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Mauro Pagani: Creuza de ma 2004
(Officine Meccaniche)
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Ripetere il passato è difficile, soprattutto quando si ci trova di fronte ad uno dei capolavori assoluti della musica italiana, se a farlo però è Mauro Pagani, uno dei pochi grandi talenti della nostra musica, allora il discorso cambia del tutto. E’ il caso di Creuza De Ma, album del 1984 di Fabrizio De Andrè, a cui Pagani aveva collaborato in modo determinante all’epoca e che oggi ripropone lui stesso in una veste nuova, recuperando anche quei pezzi di passato che con il tempo rischiavano di essere dimenticati. Rispetto all’edizione del 1984, Pagani ha aggiunto a questa nuova edizione, Megu Megun da Le nuvole, Quantas Sabedes, tratto dalla colonna sonora del Sogno di una notte di mezza estate di Salvatores, mentre e Neutte, splendido frammento del poeta greco Alcmane trasposto in musica ed scelto per la prima edizione. A distanza di vent’anni dunque ci ritroviamo a percorrere di nuovo quel fascinoso viaggio musicale e spirituale lungo le coste del Mediterraneo, che ci aveva raccontato Fabrizio De Andrè, ed è come riabbracciare un vecchio amico. Certo rispetto al 1984 sono cambiate tante cose, ma Pagani, coadiuvato da un numerosi musicisti italiani, turchi, tunisini e israeliani riesce a regalarci inalterato il fascino e la potenza evocativa delle splendide liriche che intrecciate alle magiche alchimie sonore, regalarono alla musica italiana il primo disco di world music. Ecco dunque emergere di nuovo il fascino di brani come Sidun, qui riletta dalle voci di un cantante israeliano e di una cantante marocchina, Jamin-a, fascinosa ed evocativa come allora e Megu Megun, brano più riuscito del disco in cui Pagani mescola sapientemente il sound di Bahia ai colori di Genova.
Salvatore Esposito
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