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Tift Merritt: Tambourine
(Lost Higway / Universal)
www.tiftmerritt.com
www.losthighway.com
La bionda Tift Merrit, giunta al suo secondo album, ha la faccia di chi è destinato a farcela. Le hanno messo accanto la crema dei musicisti di Los Angeles da Mike Campbell degli Heartbreakers di Tom Petty a Maria McKee ad ospiti come il virtuoso della steel guitar Robert Rundolph ed un produttore che sa il fatto suo, George Drakoulis, colui il quale, nel 1992, riuscì a fare così bene come nessun altro con i Black Crowes di Chris e Rich Robinson con il disco “ The Southern Harmony & the Musical companion “. Drakoulias lancia la Merritt sull’autostrada di quel suono positivo tutto californiano conosciuto ed apprezzato nei settanta attraverso la voce di tanti cantautori ( se sbirciate bene le note di copertina scoprirete che un tal Jerry H ha allungato alla bionda Tift i due bei dischi di Karla Bonoff “Karla Bonoff” del 1977, “Restless night “ del 1979 e “Wild heart at young “ del 1982 giusto per metterla sulla “buona strada” ). Il produttore George aggiunge al feel good factor una dose più massiccia di rhythm & blues ( “good hearted man “ ), un bel pò di Wall of Sound ( “Wit it out “ ) e accenti rock più forti. La Merritt da parte sua canta come la più classica delle cantanti bianche di country rock e alla fine questo “Tambourine “ suona maledettamente California. In poche parole è il tipico disco che vi infilate nel lettore cd in macchina e non vi lascia più o lo volate fuori dal finestrino al terzo( ma va là!…al quarto ) pezzo. Prendere o lasciare ? Amore o odio ? Ben poco di tutto questo. Solo la voglia da parte del recensore di localizzare i indicare al lettore de Il Popolo del Blues un filone cantautorale che in fin dei conti con poca fatica trae ispirazione da uno dei periodi più belli e spumeggianti della musica californiana, quegli anni settanta a cui qui chiaramente si strizza l’occhio. E Tift ? . Tift sta nel mezzo e pare divertirsi e seguire le indicazioni di Drakoulias senza preoccuparsi troppo di dove si va a parare. E’ giovane, bella e ha un manager che farebbe qualsiasi cosa per lei. E il produttore George si scatena quindi a ricreare quei setting sonori già ascoltati che, è solo una nostra illazione, un altro artista, magari più tosto e più attento a se stesso, gli avrebbe decisamente negato.
Nel brano che dà il titolo all’album Drakoulias, “i’m Your Tambuorine” fa obbiettivamente bene e licenzia un buon radio hit dal solido tono rock gospel, “Still Pretending “ è un country soul che avremmo voluto ascoltar cantato da Etta James e che sulla carta non può non piacere, mentre “Your love made a U-Turn “ la avremmo voluta sentire cantare da Shaun Murphy degli attuali Little Feat .
“Tambourine “ è quindi un cd radio friendly per eccellenza. Qui è tutto perfetto è l’atmosfera idilliaca pur nella convenzionalità dell’agrodolce di certe storie è l’arma a doppio taglio del cd.
Se siete in partenza per una vacanza in California portatevelo appresso ( anche se là le radio di musica così ne suonano tutti i giorni ). Se invece vivete una vita d’inferno allora è probabile che questo disco vi faccia girare storto per un pò mentre voi chiedete come sia possibile che esista musica così ottusa alle sollecitazioni esterne.
Ernesto de Pascale
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