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Kingsbury Manx - The Fast Rise And Fall Of The South
Kingsbury Manx - The Fast Rise And Fall Of The South
Kingsbury Manx: the first record to help get us through the first cold days of autumn
La band di Bill Taylor, Ryan Richardson, Clarque Blomquist e Paul Finn si fa portavoce di un suono che rimanda in parte ai Bright Eyes ed al gusto naif e minimalista degli Eels senza dimenticare l’Inghilterra dei Kinks a cui la voce spesso si rifà. E’ un disco rilassato, che vuole cullare l’ascoltatore, ed al tempo stesso autoritario, perché esige che venga ascoltato con attenzione, non come semplice sottofondo. E’ quest’ultimo aspetto che mi ha colpito particolarmente, perché è sempre più raro che questo accada. Gli strumenti acustici sono alla base dei tredici brani che compongono il disco che è stato concepito alla vecchia maniera: solo dieci giorni di registrazioni, per cogliere il momento e dare ai brani maggiore intensità; e tutto questo si avverte nelle canzoni: nella dolcezza di ‘Harness And Wheel’, nell’incedere ipnotico di ‘And What Fallout!’ o nell’inaspettata fuga elettrica de finale di ‘1000 8’ e di ‘Nova’ che parte come un brano degli Eels per poi trasformarsi in un magma fluttuante di suoni e feedback e nella Beatlesiana ‘Animations’. Grazie a questo disco, le giornate sempre più corte di questo inverno no riusciranno del tutto a farci disperare.
Jacopo Meille
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