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Intervista a Marianne Faithfull

Ha cantato, anzi quasi sussurrato, sul palco dell’Ariston As tears go by, la sua canzone che i Rolling Stones cantarono anche in italiano dal titolo Con le mie lacrime. Ha anche interpretato altri brani, tra cui il più noto Broken English. Ma non c’è dubbio che Marianne Faithfull, la musa degli Stones negli anni ’60 e legata per un certo periodo a Mick Jagger, abbia sorpreso il pubblico del Premio Tenco 2007 (dove ha avuto un riconoscimento speciale) per la sua presenza, annunciata all’ultimo momento, agli incontri pomeridiani organizzati dalla rassegna. Così la Faithfull ha raccontato la sua visione della musica dopo più di 40 anni di carriera.

Lei ha iniziato a cantare affrontando un repertorio prevalentemente folk, con uno sguardo a Dylan. Pensa di ritornare a quel tipo di musica?
«Io preferisco guardare avanti. Amo le ballate folk con cui ho iniziato nel 1964, ma non penso proprio di reinterpretarle. Io sono cambiata, ma soprattutto la mia voce è cambiata. Il mio prossimo disco sarà come sempre una sorpresa anche per me perché mi piace scoprire cose nuove».

Può fare un parallelo tra la carriera che affronta oggi e quella degli anni ’60?
«Non sono una sociologa e non mi interessa esserlo. E’ una situazione completamente diversa. Una come me oggi non avrebbe trovato un contratto o un pubblico. Pensate al fatto che di questi tempi musicisti di talento trovano sempre più difficile affermarsi. Io penso di averlo, ed è andata bene, nonostante non abbia mai avuto una grande voce».

Chi racconta degli anni ’60, spesso e volentieri non c’era. Lei cosa dice a questo proposito?
«Che c’ero e che mi sono divertita tantissimo. Trovo anche che ci sia molta invidia per quelli che come me hanno vissuto intensamente quel periodo».

Lei ha pubblicato recentemente un libro chiamato Dreams and Reflections. E’ il seguito dell’autobiografia uscita dieci anni fa?
«No, è un libro diverso che significa proprio ciò che dice il titolo (sogni e riflessioni) che tra l'altro ho rubato a Jung. A me piace molto scrivere, anche di esperienze personali, non trovo alcun imbarazzo».

Musicisti come Nick Cave e Jarvis Cocker hanno voluto rendere omaggio alla sua musica...
«Io ho avuto la fortuna di avere sempre risposte positive da musicisti a cui ho chiesto di collaborare. A loro piaceva la mia musica e a me piaceva la loro».

Nel 1967 lei partecipò al Festival di Sanremo, interpretando un brano di Ricky Maiocchi. E’ anche l’anno in cui Luigi Tenco morì. Quale ricordo ha?
«Ero contenta perché mio padre amava l’Italia dato che amava la vostra letteratura (specialmente Dante e Boccaccio) e così venivo spesso da voi in vacanza. Ho avuto anche un amore italiano. Ma non ho grandi ricordi nè di Tenco né di quell’edizione. Come può capire era un periodo intenso della mia vita...»

L'anno prossimo sarò il quarantennale del Rock'n'roll Circus dei Rolling Stones, la trasmissione in cui lei partecipò insieme agli Who, John Lennon e altri artisti. Ci può raccontare qualcosa?
«Anche in questo caso mi ricordo molto poco, l'ho fatto e ho anche rivisto il video. Ma eravamo un po' tutti fuori di testa»

Cosa vuol dire per lei cantare?
«E’ molto bello. Mi piace che il pubblico venga sedotto. Lo trovo molto sexy»
Michele Manzotti

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