Zachary ritorna con l’ennesimo disco in francese che lo limita non poco sul mercato americano dove non è presente con dischi cantati in inglese da diversi anni. Eppure la sua storia ha dell’incredibile, nato in Louisiana, vive in una minuscola cittadina, Scott a tre ore di macchina da New Orleans, animo ribelle, cajun al 100%, quasi dimenticato in patria, un esiguo seguito in Francia dove regolarmente si esibisce in tour ed artista di spicco e numero uno nel Quebec, Canada dove questo suo nuovo disco è stato al primo posto nelle classifiche di vendita.
Zachary dopo l’album Cœur fidèle del 2000 aveva pronto un disco cantato in inglese per il mercato americano, da incidere a New Orleans, progettava insomma un degno seguito a Women in the room del 1990 e Snake bite love del 1992, dischi estremamente rock, poi dopo il disastro del 2005 (la morte di suo padre Eddie Joseph Richard di leucemia, l’uragano Katrina nell’Agosto del 2005 e la perdita del suo amico e poeta cajun Gérald Le Blanc, avvenimenti tutti accaduti nello stesso anno) eccolo gettare a mare il progetto e rituffarsi di nuovo in un album tormentato, inciso ancora una volta in francese. Insomma ecco nascere Lumiere dans le noir, un contrattacco su tutti i fronti. Zachary esprime perfettamente il linguaggio fiero del cantautore e poeta del sud. La musica, il sound di questo suo nuovo disco è lo swing francese, il country-rock, un jazz raffinato e d’atmosfera ed il così definito swing manouche (esempio la chitarra di Stéphane Sanseverino). Zachary con la sua maniera di vivere e di cantare le sue canzoni denuncia i torti subiti dai meno fortunati mettendosi a disposizione del prossimo. Le canzoni di Zachary esprimono un latente pessimismo o realismo, la triste e cruda realtà e crudeltà di tutti i giorni nonché un proclama su alcuni episodi feroci che ci attanagliano la vita. Lui si dichiara fiducioso, lancia messaggi di speranza. Le canzoni sono ispirate da uragani e disperazione. Un carnet di viaggio attraverso tempeste e sogni, sparizioni e illusioni. 14 canzoni estremamente belle, tormentate, essenziali. Zachary ha realmente lasciato che queste canzoni da tempo lasciate in fondo al suo cuore venissero finalmente a galla. La promosse cassée (il cui ricavato va alla fondazione RSOA Rebuild the soul of America Charitable Trust) per salvare e preservare i sinistrati dell’uragano Katrina, è un momento assai ispirato in cui Zach canta insieme al cantante francese Francois Cabrel ( edito anche come CD single) e come ospite illustre il concittadino ( di New Orleans), Wynton Marsalis alla tromba ( Wynton ora vive a New York). La liberté (Zachary dal 1976 si batte per la lingua francese e la cultura francofona in Québec ), Le souvenir (vi canta Isabelle Boulay con l’abilissimo Sonny Landreth alla slide guitar, fantastico chitarrista già con Zachary nel doppio album dal vivo Live in Montreal del 1980 ed in seguito collaboratore con i Beausoleil di Michael Doucet, nella band di John Hiatt, ecc.ecc.) che racconta e documenta la Beirut bombardata l’estate scorsa, O’ Jesus ( una sorta di gospel a-cappella, un racconto spoken word piuttosto che un rap alla sua maniera ) è una forte accusa al genocidio perpetrato in Ruanda, La ballade de DL-8-153 invece è a sostegno dell’inquinamento e alla salvaguardia delle balene (le bélugas) che muoiono nel fiume San Lorenzo (Saint-Laurent). La ballade de Francois Paradis s’ispira al triste destino di Marie Chapdelaine e del suo amore perduto morto assiderato in una foresta(dal racconto di un romanzo Marie Chapdeleine ,dei primi del novecento di Louis Hémon da lui scovato in una biblioteca di Montreal). L’ile dernière invece evoca la distruzione nel 1856 di una stazione balneare frequentata dalla borghesia di New Orleans. Lumière dans le noir è un lavoro assai coraggioso in cui Zachary privilegia le storie di ordinaria follia ed ingiustizia perpetrate dall’uomo. La ballade de Jackie Vautour da lui già incisa in passato è la vera storia di un uomo (vive tuttora sul posto in una modesta capanna ed ha saputo dire no al governo canadese ) conosciuto da Zachary nel 1977 e abitante di una piccola comunità assai povera di 1.500 anime la cui casa ed il cui suolo sono stati spianati con tanto di bulldozer per farne un parco naturale nel Nouveau Brunswick in Canada.
Il disco è inciso a New Orleans, in Quebec e a Parigi in compagnia di brillanti collaboratori da Wynton Marsalis (La promosse Cassée) a David Torkanowsky alle tastiere (organo hammond e pianoforte in diversi brani ) sino a Ani DiFranco alla voce (Dans mon reve), Stéphane Sanseverino (chitarra) e G.P. Cremonini al basso in La ballade de DL-8-153 ed ancora Bill Dillon e Freddie Koella (eccellente chitarrista francese trapiantato a New Orleans, ex chitarrista di Willie De Ville per molti anni e con Bob Dylan nel Never Ending tour del 2003 e 2004 ma ancora prima scoperto dallo stesso Zachary Richard, prelevato in Francia e fatto piacevolmente traslocare in Louisiana dapprima nel 1982 e poi nel tour del 1990, presente dal vivo con Zachary per diverso tempo e nell’album Snake bite blues del 1992 alla chitarra e violino) alle chitarre in Ekuan Ishpesh e La ballade de Francois Paradis, Sonny Landreth alla slide guitar in O’ Jesus e La liberté ed infine Isabelle Boulay voce solista ( duetto con Zachary) in Le Souvenir. Un disco sublime che racconta e vive in prima linea la follia del mondo moderno, nelle sue canzoni si parla della tenacità e delle speranze dell’uomo, del coraggio, dell’esasperazione e delle frustrazioni della vita moderna.
Zachary è un artista universale con un approccio decisamente cosmopolita, è bi-lingue (francese ed inglese indifferentemente anche se ha l’animo francese cajun ) e le sue canzoni se cantate in francese lo portano più lontano e più in profondità. La rima, la prosa, il tono ed il suono delle sue canzoni sono impregnati di un lirismo particolare, speciale che solitamente si evidenzia nei romanzieri e nei parolieri del sud. Il suo nuovo album come i precedenti, traspirano di blues, Zachary ha universalizzato la sua musica attraverso canzoni e testi scritti con tatto e grande gusto. Le canzoni mantengono con testi cantati in francesi , le atmosfere del Québec ed il sound della Louisiana ispirandosi così per La derniere a Blind Lemon Jefferson (blues), La liberté (John Cougar Mellencamp), La ballade de Jackie Vatour ( già incisa nel suo terzo album Migration nel 1978) a David Crosby, a Bob Dylan e Daniel Lanois ( produttore della Louisiana come Zachary, i due hanno collaborato a Women in the room del 1990 e registrato negli studi di Daniel Lanois il disco Snake bite love nel 1992) ed infine Miles Davis sono alcune delle sue influenze primarie. In Mama Luna riecheggiano echi alla U2 ma Zachary resta universale, originale ed unico.Il sound di Zachary in Lumiere dans le noir ma anche nei dischi precedenti è assai corposo, molto lucido ed elegante. Spesso le sue composizioni ricordano i migliori chansonnier francesi. Lumiere dans le noir è mixato da Mike Napoletano (discepolo di Daniel Lanois) e Michel Papin. Zachary ha inciso alcuni brani nel suo appartamento a Outremont (Montreal) ed i risultati sono sbalorditivi, i suoni e l’atmosfera delle sue canzoni sono misteriosi, basta con l’ incidere in studi dai suoni artificiali, lui riesce a creare il giusto mood anche registrando a casa sua! Questioni di appartenenza, ragioni d’identità, Zachary è un cajun in tutto ciò che canta ed in tutte le sue musiche. Lui è americano, Cajun, Quebecois d’adozione, parigino ma soprattutto cittadino universale del mondo.
Lumière dans le noir parla di catastrofi naturali (l’uragano Katrina, l’inquinamento e l’estinzione delle specie animali), le guerre e i genocidi (Libano, Ruanda e in Acadie nell’America del Nord e più precisamente in Canada ) del pessimismo generale e dell’isolamento dell’uomo. Lumière dans le noir è un grande disco, sublime ed ispirato, del calibro di Cap Engagé (1996). Senza ombra di dubbio e sicuramente uno dei dischi più intensi e più belli del 2007.
Aldo Pedron
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Track List
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