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Public Enemy
Estragon, Bologna 2/12/2008

Il primo disco hip hop che abbia sentito in vita mia è stato “It takes a nation of millions to hold us back” dei Public Enemy.
Immagino che questo incipit sia vero per molte persone.
Erano i primi anni '90: la cassetta me la passò il fratello grande di una compagna di scuola. Avevo i capelli lunghi,la kefiah e le Dr. Martens ai piedi. Perdonatemi, ma all'epoca il look del ribelle/rivoluzionario era quello: che la mia conclamata medio borghesia mi avesse già omologato e precluso da qualsiasi rivoluzione lo scoprii di lì a poco. Vent'anni dopo, a distanza di un mese dalla storica elezione del primo presidente nero degli Stati Uniti,i Public Enemy atterrano a Bologna per celebrare proprio quel disco, annunciandolo ad inizio show per la gioia dei fan di lunga data che, va detto, costituiscono la maggior parte del pubblico presente.
“Mai visto l'Estragon così pieno” - dicono i bolognesi.



Dopo un breve preambolo di Flavor Flav (“il miglior hypeman della storia del rap” come ricordato da Chuck D sul palco) per scaldare un pò gli animi, i Public Enemy attaccano con “Bring the noise”, l'opener del disco, ed è il delirio. Per un attimo sembra che il tempo si sia fermato: i due mc si scambiano rime come una volta, la Security of the first world, il gruppo di ballerini in tenuta da guerrilla che da sempre accompagna il gruppo, è lì con loro. Ai piatti c'è il giovane Dj Lord e non Terminator X ma il trucco riesce bene: il disco viene eseguito nella sua interezza traccia dopo traccia, interludio con campione dei Queen compreso. Il concerto, potente e groovy si risolve in una bolgia danzante, ed è proprio questo il segreto dei Public Enemy: l'aver saputo unire diverse anime dell'hip hop, tramite le rime di denuncia di Chuck D e certi beat ultra- funk che farebbero ballare anche un morto. Come dire: “ascolta la mia verità ragazzo, ma nel frattempo, non smettere di ballare”. Al termine del disco, spazio per i bis pescati fra i grandi classici del gruppo: “He got game”, “911 is a joke” e l'inno di rivolta “Fight the power” perfetta conclusione per un concerto memorabile. I Public Enemy, pezzi di storia viventi, nel bene e nel male, si riconfermano i campioni del genere, inossidabili nel resistere ai look ed alle mode. Osservandoli da vicino, si nota che il tempo sulla celebre sveglia al collo di Flavor flav si è fermato davvero: che sia questo, il segreto per l'immortalità?

Davide “yeeeeaaahhh boooooyyyy” Agazzi

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