From a private archive a surprising Chris Wood album
Forse questo non è un disco bello in quanto tale, con un filo logico di brani riusciti. Però è bello in quanto storicamente importante e soprattutto moderno nonostante abbia più di trent'anni. E' il lavoro solista di Chris Wood, flautista e sassofonista dei Traffic, inciso proprio dopo lo scioglimento della band. Inciso ma non pubblicato, perchè dopo le registrazioni delle tracce, Vulcan fu abbandonato dalla Island nel 1978 con i nastri che furono restituiti allo stesso Wood dal boss dell'etichetta Chris Blackwell. Era il periodo del punk, quello meno adatto per far uscire un disco di un musicista complesso e raffinato come Wood. Dopo la sua morte nel 1983, il materiale passò alla sorella: è stata proprio Stephanie Wood a collaborare alla realizzazione di questo album. Un disco interessante perchè oggi sfuggirebbe alle etichette: ragionando con le categoria di oggi potrebbe essere in parte lounge, in parte world, con elementi jazzati. Ma è il lavoro di un musicista completo che amava sperimentare così come lo faceva in modo garbato il gruppo di cui faceva parte. Si ascolti la bella traccia iniziale riproposta poi al termine del Cd insieme ai Traffic, ma anche la lunga e quasi latineggiante See No Man Girl, la suadente Indian Monsoon, l'affascinante Barbed Wire dalla melodia rarefatta descritta con il flauto. In pratica, dopo tre decenni, giustizia è fatta!
Michele Manzotti
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1. Moonchild Vulcan
2. See No Man Girl
3. Letter One
4. Indian Monsoon
5. Barbed Wire
6. Birth In A Day
7. Sullen Moon
8. Barbed Wire (Number Two)
10. Wood’s Bolero (Moonchild Vulcan) With Traffic |