Seal – Soul
(Warner Bros Records)
www.seal.com

La domanda sorge spontanea maneggiando il CD in questione: trattasi di operazione commerciale di carattere Natalizio? La tentazione di liquidarla con un sì affrettato potrebbe farsi strada ma la risposta, quella vera, è insita nell’ascolto dell’album ed arriva puntuale al termine dello stesso, no, sarò la sola voce dissonante ma dico che Soul è un disco importante, il miglior disco di Soul e R&B da anni a questa parte. Reinterpretare un pugno di canzoni che hanno fatto la storia del genere e rappresenteranno una delle pietre miliari nella musica del ‘900 è un’azione da far tremare i polsi a chiunque ma non al 45 enne Inglese, 15 milioni di album venduti e tre Grammy all’attivo, Seal. Chi potrebbe cantare “A Change Is Gonna Come” meglio di Sam Cooke , oppure essere più tellurico di James Brown nella mitica “ It’s a Man’s Man’s Man’s World”, o più semplicemente rubarci l’anima come fece Otis Redding in “I’ve Been Loving Too Long”?, direi che nessuno mai potrà confrontarsi singolarmente con gli “originali” ma chi ha mai provato a domare tutti insieme questi classici ed essere tremendamente credibile? Probabilmente solo Seal. Grazie agli ottimi arrangiamenti, quasi rigorosi, di David Foster (grande produttore Canadese, autentico re Mida), scevri da modernismi che spesso in queste operazioni risultano parecchio urticanti ed attraverso una interpretazione “naturale” , il nostro mette in fila la più bella scaletta di covers che si trovi in giro e con la sua voce che ora accarezza come quella di Sam Cooke, ora si fa spada a la James Brown, ora si fa donna come in Free di Deniece Williams, ci mostra di quale duttilità possa essere dotato lo strumento della voce umana. Un rammarico? Sì, mi sarebbe piaciuto sentirlo affrontare anche Mr. Marvin Gay, magari sulle note di What’s Going on. Ultima domanda: disco da party di fine anno? magari, sai quante orecchie pulite all’inizio del 2009!

Gianni Zuretti