From Verona to the U.S.A., D.F.A. are one of the few Italian bands that made its way outside Italy
I D.F.A., Duty Free Area, provengono da Verona. Eppure, più il tempo passa e più il loro profilo cresce a livello internazionale. Ormai da alcuni anni si sono affidati ad un'etichetta americana, la Monjune, che adesso pubblica "4th", l'album del ritorno del loro brillante e affascinante jazz rock.
La loro è una formazione a quattro composta da Alberto De Grandis a batteria e voce, Alberto Bonomi alla tastiere, Silvio Minella alla chitarra e Luca Baldassari al basso, ma in grado di sfruttare una vasta gamma di potenzialità dinamiche.
Per quanto riguarda le fonti di ispirazione, i D.F.A. riportano alla mente i grandi del "Canterbury Sound", dai Soft Machine ai Nucleus, passando attraverso qualche dolce apertura melodica che strizza l'occhio a Caravan e Hatfield and the North.
Il gruppo ricerca cambi e passaggi tecnici difficili, ma senza perdere di vista la musicalità. In questo lavoro, fondamentalmente strumentale, entrano in gioco anche reminescenze di musica popolare italiana, come nel brano "La ballata de s'isposa 'e Mannori". L'unica cosa che forse manca sono dei temi forti per caratterizzare i singoli brani.
Ciò che colpisce comunque, al di là del legame con il sound del passato, sono soprattutto la freschezza e la professionalità di un gruppo che ha attraversato a testa alta gli anni Novanta per sbarcare con nuove idee e nuova musica nel jazz-rock del nuovo millennio e che ancora, ci auguriamo, regalerà belle sorprese negli anni futuri.
Giulia Nuti
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