Long live to Naples musical inspiration
La chitarra di Martino de Cesare ci porta in una dimensione come solo un musicista di Napoli può fare. Un'atmosfera solare e intimistica al tempo stesso che unisce la bravura e talvolta il virtuosismo strumentale a un linguaggio dalla melodia immediata e accattivante. De Cesare non è un jazzista puro, anche se talvolta improvvisa, ma è come se seguisse la musica che fluisce della corde della sua chitarra per poi cercare un ordine nella forma canzone (o brano se vogliamo sottolineare che si tratta di un album strumentale). De Cesare, ben assecondato dai colleghi come il bassista Daniele Brenca e il batterista Paki Palmieri) ha sicuramente dei riferimenti: nelle sue note e nel trattamento strumentale ritroviamo ispirazioni del Pino Daniele degli '80 o di Claudio Mattone. Nel suo passato ha colonne sonore e se vogliamo le tracce del disco sono come piccoli quadri, descrizioni d'ambiente. Dall'iniziale Sei con i vocalizzi di Graziano Galatone, alla latineggiante Juana, a brani come Ultimo Senso e Attilio melodici e ritmici insieme. I due ospiti Pietra Montecorvino ed Eugenio Bennato contribuiscono a dare quel tocco in più a un disco dove comunque Napoli esce ancora una volta a testa alta. Senza bisogno di retorica ma grazie a tanto lavoro.
Michele Manzotti
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1. Sei
2. G.G.
3. Estemporanea Minore
4. Jac
5. Ultimo Senso
6. My Melody
7. Attilio
8. La Canzone di Iuzzela
9. Leloo
10. Juana
11. Il mio film |