Musical jewels from Sardinia
Se ne è andata a soli 60 anni nel 1994. E questo aumenta il rimpianto di quanto avrebbe potuto ancora dare alla musica popolare italiana, anche solo con la sua presenza autorevole. Maria Carta è stata colei che ancora prima dei Tenores di Bitti ha portato la tradizione del canto sardo a un pubblico più vasto fuori dai confini isolani. Nel 1974 partecipò addirittura a Canzonissima che aveva aperto una finestra sul folk (per la categoria vinse Toni Santagata con Lu Maritiello) ma soprattutto aveva già inciso dischi di repertorio tradizionale per la Rca dal 1971. Poi nel 1978 il passaggio alla Polygram con la quale pubblicò un 45 giri e due album. Proprio questi due dischi, Umbras e Hai Diri Diri Diri Diri Dinni, sono stati recuperati e ristampati dalla Universal che ne detiene oggi i diritti. Un’operazione sorprendentemente coraggiosa in un’epoca di poche idee e soprattutto poche vendite discografiche. Certo, nel booklet non troviamo note aggiuntive alla semplice riproposta della copertina e dei testi, ma ci possiamo accontentare con l’alto valore del contenuto musicale. Ma mentre Umbras (1978) è un disco più legato ai brani tradizionali recuperati da archivi e chiese, Hai Diri Diri Diri Diri Dinni è un album dove il folclore è abbinato ad arrangiamenti più moderni. La traccia iniziale di Umbras è un vero e proprio capolavoro: un Ave Maria nel catalano di Alghero risalente al XVIII secolo, con la voce accompagnata dall’organo, ma ricordiamo anche la Ballada ogliastrina, S’Anzone, Non mi giamedas Maria, Non potho reposare, brani di grande intensità vocale con il semplice supporto di chitarra e zampogne. Umbras è un disco imperdibile per gli amanti del genere.
Hai Diri Diri Diri Diri Dinni, pur diverso nella concezione, è comunque di grande interesse perché mostra l’evoluzione verso sonorità più ricche, simili alle operazioni odierne di arrangiare brani popolari. Trattandosi di un disco del 1980 non possiamo altro che ammirare i primi vagiti elettronici in Trallallera e Ave Maria, l’uso degli archi e dei fiati in In su Monte ‘E Gonare, il jazzato di Istas Mama Soberana, la danza senza sosta del brano che dà il titolo al disco. Onore a questa artista che invitiamo a conoscere meglio grazie al sito della fondazione che porta il suo nome.
Michele Manzotti
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Umbras
Ave Maria catalana
Non si poni resistì
Su pizzineddu
Flores pro una oghe
Ballada ogliastrina
Muttettu
S’Anzone
Non mi giamedas Maria
Ojos lontanos
Non potho reposare
Trallallera (bonus)
In su Monte ‘E Gonare (bonus)
Dillu (Hai Diri Diri Diri Diri Dinni) (bonus)
Hai Diri Diri Diri Diri Dinni
Boghe ‘e riu
Non potho reposare
Trallallera
In su Monte ‘E Gonare
Istas Mama Soberana
Ave Maria
Muttos
Sia a flores
Dillu (Hai Diri Diri Diri Diri Dinni)
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