Prog Exhibition
Roma 5-6 Novembre 2010
Roma, capitale del rock progressive. “Prog Exhibition” è stata una rassegna di elevata caratura, un festival eccezionale che, non a caso, ha richiamato spettatori da molti Paesi stranieri, addirittura da Giappone, Stati Uniti e Sudamerica. Una grande produzione di “D&D Concerti” di Iaia De Capitani. Tutti venduti i biglietti delle due serate (5 e 6 novembre 2010), con il Teatro Tendastrisce affollato di giovani “di ieri” e di oggi.
Il programma, corposo, ha previsto, nelle due serate, grandi gruppi, particolari reunion, big internazionali.
Nella prima serata, c’è grande attesa per il ritorno dei Trip, la band, che si è ricostituita con i tre componenti della formazione dell’album “Atlandide”: Joe Vescovi alle tastiere, Furio Chirico alla batteria, Arvid "Wegg" Andersen (che ha abbandonato il basso per problemi ad un braccio e fa solo il vocalist). Scorrono i brani dei loro album: Atlantide, Evoluzione, Caronte, Two Brothers, Ode a J.Hendrix (l’omaggio solenne all’indimenticabile chitarrista), Ora X, Analisi, Distruzione, Il Vuoto…”. Davvero un grande ritorno.
Al Tendastrisce si assiste poi alla reunion di Alto Tagliapietra, Tony Pagliuca e Tolo Marton a 35 anni di distanza dalla realizzazione a Los Angeles dell’album de Le Orme “Smogmagica”. Il vento veneziano di “Amico di ieri”, con l’armonica e la chitarra, ci appare caldo e coinvolgente. Marton suona pure un suo cavallo di battaglia strumentale “Alpine Valley” dedicato all’indimenticabile Germano Serafin. L’ospite internazionale che si unisce alla band è David Cross dei King Crimson, che ricama al violino in una particolare rilettura del brano ormiano “All’infuori del tempo”, a cui segue la crimsoniana “Exiles”.
La chiusura della prima sera tocca alla Premiata Forneria Marconi (guidata da Franz Di Cioccio, Franco Mussida, Patrick Dijvas) che suona con grande intensità, proponendosi come band attuale che guarda al passato ma ha un presente altrettanto valido e progetti per il futuro. C’è il toccante omaggio a Demetrio Stratos che parte dal basso di Dijvas (che militò negli Area) e che culmina nel brano a lui dedicato, “Maestro della voce”. Straordinario il set con l’ospite internazionale, il grandissimo flautista dei Jethro Tull Ian Anderson; assieme hanno eseguito la trascinante “Bouree”, la splendida “My God” (in cui l'ospite arpeggia alla chitarra nell'intro, canta con voce inconfondibile, improvvisa al flauto), la suggestiva "Carrozza di Hans" cavalcata con il flauto jethrotulliano.
La maschera di cera
Aldo Tagliapietra
The Trip
Sinestesia
PFM
PFM & Ian Anderson
La seconda serata ha visto un’altra straordinaria novità: la ricostituzione della Raccomandata con Ricevuta di Ritorno del cantante-pittore Luciano Regoli con il chitarrista storico Nanni Civitenga (ora al basso). Con loro sul palco il tastierista Claudio Simonetti ed il batterista Walter Martino (che tra l’altro, hanno collaborato attivamente alla realizzazione del nuovo disco della RRR, “Il pittore volante”). Regoli si presenta con il volto coperto a metà da una maschera, a ricordare il quadro da lui realizzato come copertina del nuovo disco della RRR. Ospite internazionale l'organista, flautista e vocalist dei Focus Thijs Van Leer. Due i pezzi con la guest star: il successo dei Focus, il trascinante “House of the king”, in cui Thijs Van Leer suona il flauto e si alterna con Simonetti, giocoliere dell’hammond ; poi assieme uno dei brani più belli della prima Raccomandata “Un palco di marionette”.
Gli Osanna hanno costruito nel tempo una performance, che è figlia di Napoli, della commedia dell’arte, dei vicoli dei quartieri. Si presentano sul palco truccati, e con indosso le maschere di Pulcinella. Il loro ospite internazionale, David Jackson dei Van Der Graaf Generator, è ormai componente fisso della band. Alle loro spalle le immagini del passato e del presente, e c’è anche la dedica visiva a Danilo Rustici. Altra guest star è Gianni Leone (Balletto di Bronzo), trascinatore e glamour. Non manca la rilettura di Theme One dei VDGG con Jackson alle prese con due sassofoni contemporaneamente.
A chiudere la seconda serata il Banco del Mutuo Soccorso con i membri storici Vittorio Nocenzi, Francesco Di Giacomo, Rodolfo Maltese. Tra le novità la riproposta live del lirico brano “Canto nomade per un prigioniero politico”. Ottimo il set con l’ospite internazionale, John Wetton, bassista e vocalist dei King Crimson. Atmosfere crimsoniane, una superba “Starless and Bible Black”, una favolosa “Non mi rompete” cantata a doppia voce da Big Francesco e da John rispettivamente in italiano ed in inglese.
Da sottolineare infine la presenza, nelle due serate, di alcune interessanti band del cosiddetto “new progressive”, Maschera di Cera, Sinestesia, Periferia del Mondo, Abash, che stanno crescendo e tengono alta la bandiera del progressive.
Nel complesso una kermesse straordinaria. Incredibilmente straordinaria. E’ davvero passata la storia del prog italiano sullo stesso palco, in due magiche e indimenticabili serate novembrine a Roma.
Gaetano Menna
Abash
Periferia del mondo
Osanna e Gianni Leoni
Osanna+David Jackson
NRRR + Thijs Van Leer
Banco del mutuo soccorso
Banco del mutuo soccorso + John Wetton
Molte le novità della kermesse: la presenza dei grandi gruppi leader di una stagione che ancora sanno affascinare; la presenza di prestigiosi nomi internazionali per collaborazioni divertenti ed affascinanti; la presenza di formazioni che non suonavano assieme da trenta e più anni e che erano una vera novità per il pubblico (soprattutto per i più giovani che le avevano conosciute solo attraverso i vecchi vinili e le riedizioni); la presenza di alcune interessanti band del cosiddetto “new progressive” alcune delle quali stanno crescendo e sono conosciute a livello internazionale…
Gli Osanna hanno costruito nel tempo un nuovo spettacolo, che è figlio di Napoli, della commedia dell’arte, dei vicoli dei quartieri. Si presentano sul palco truccati, e con indosso le maschere di Pulcinella… rendono omaggio alla canzone della tradizione (accennando a Funiculì Funiculà, e addirittura ‘O sole mio). Istrionici esaltano le radici, sono veraci ma sempre più sanguigni. Il loro ospite internazionale, David Jackson dei Van Der Graaf Generator, è ormai componente fisso della band con cui collabora da tempo. Alle loro spalle le immagini del passato e del presente, e c’è anche la dedica visiva a Danilo Rustici che aveva collaborato per il ritorno dei nuovi Osanna, poi bloccato dalla malattia. Un suono potente e corposo che attinge molto dal primo album della band. Altra guest star è Gianni Leone (tastierista storico del Balletto di Bronzo), trascinatore e glamour, balla alle tastiere e lancia volantini come nel suo stile. Non manca la rilettura di Theme One dei VDGG con Jackson alle prese con due sassofoni (come nel suo stile ma anche in quello all’epoca di Elio D’Anna)