Figlio d’arte, il padre è Lenny LeBlanc, cantante, bassista e chitarrista e produttore che si è fatto le ossa negli anni Settanta ai Muscle Shoals Studios, diventato “born again christian” dopo un decennio di sbronze, Dylan Le Blanc ha trovato in Geoff Travis della Rough Trade il discografico illuminato che gli ha saputo dosare quel quanto basta di Neil Young, Ray La Montagne, Gram Parsons per far scomodare i quotidiani inglesi nel recensire questo esordio ben congegnato e assolutamente adulto per i vent’anni del ragazzo come “prossima grande cosa“.
Paupers Field è sicuramente una delle cose più piacevoli e armoniche dell’estate 2010 ma andiamoci piano !. Qualcuno - per dirla tutta e nella recensione di un esordiente è giusto raccogliere gli umori circostanti per non cadere nell‘assoluto fin da subito - ha parlato di “operazione chirurgica” nell’area più rilassata di quel alternative country soul di cui Montagne con il nuovo God’s Willn’ detiene lo scettro. I temi, d’altronde, ci sono tutti : malinconici, passionali, agrodolci, radiofonici. Amori che vanno e vengono sull’onda degli ultimi tramonti estivi, vite perse e talvolta ritrovate, sfigati e risorti,le ragazze tutte bele, non sia mai !, con la pedal steel a sottolineare con i suoi maggiori/minori che passano dai pedali storie e avventure comune a tutti, alle pecore del Galles come alle mucche del Texas.
Chissà se Travis ha pensato pure alle galline padovane perché Pauper Fields ha il potenziale per avere successo pure lì.
Cercate la versione con il cd omaggio che spiega come un ragazzo di soli vent’anni ha fatto tanto in così poco.
Ernesto de Pascale
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