Eight years after her debut album produced bu Sufjan Stevens, Liz Janes is back with a new release
Liz Janes torna sulle scene otto anni dopo la pubblicazione del suo disco di debutto prodotto da Sufjan Stevens e lo fa con un album dai toni lievi e delicati, un disco sfumato di soul, jazz, ambient, trip pop. La sua carriera inizia come giovanissima pianista di musica classica, che presto ha abbandonato la strada delle performance classiche per scoprire i club, la musica folk e indipendente, la composizione di canzoni. Una carriera nata quasi per caso, con una cassetta passata a Mike Kaufmann, poi suo futuro marito e A&R della Ashmatic Kitty.
Say Goodbye è nato come disco a cappella, adattato poi in un secondo momento all'arrangiamento musicale. Questo è un marchio che si porta dietro in modo indelebile, con le linee vocali dilatate e intimiste che fanno da protagoniste rispetto a tutto il resto. Gli interventi degli strumenti, tra pianoforte e fiati, aggiungono solo tocchi moderati e discreti, che permettono alla musica di fluire bene senza stancare l'ascoltatore.
Sono brani mai invasivi, ma in cui non mancano i ganci come l'apertura I Don't Believe, bel brano di quelli che danno la sensazione di conoscerli già pur essendo inediti.
Un disco molto sussurrato, un po' monocorde ma che nel suo essere essenziale trova il suo marchio di fabbrica.
Giulia Nuti
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I Don't Believe
Tincture 1
Bitty Thing
Anchor
Bodies
Up From Down
Who Will Take Care
Tincture 2
Firefly
Trees
Time & Space
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