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Kings Of Leon – Come Around Sundown
(RCA)
www.kingsofleon.com

With this record the Kings Of Leon confirm that they are the future of the Nashville Southern Style, they are cool and really good.

Lo ammetto, sono un fan degli ultimi Kings of Leon, non di quel comunque meraviglioso prodotto alternativo di inizio decennio, ma di quella grandiosa rock band che si è fatta conoscere nel 2008. Ammetto, inoltre, che Sex On Fire – che quell’anno era il singolo di punta – per me non è una svendita al mercato discografico, ma un grandissimo pezzo rock. Credo che queste premesse siano necessarie, poiché i fan di lunga data del gruppo di Nashville, Tennessee, potrebbero non gradire questa recensione.
Come Around Sundown non è il disco della consacrazione per i Kings of Leon, gli mancano i singoli, i brani che lo potrebbero portare in alto nelle classifiche e nell’immaginario collettivo. Tuttavia Come Around Sundown è un prodotto di grande qualità, e come minimo una conferma su tutta la linea per il gruppo dei fratelli e cugini Followill.
Perché nell’album c’è comunque tutta la grandezza dei Kings Of Leon, c’è Radioactive, pezzo di puro rock che traina il resto del disco, ci sono i brani più indie dal sapore oscuro, ci sono quegli spettacolari brani “puro sud”, vero cavo di collegamento tra la scuola di Nashville degli anni ’60-’70 e i nostri giorni.
Un esempio? Si prenda Mary, la quarta traccia del disco, sottofondo elettrico su un pezzo che potrebbe essere urlato da qualche band di campagna con il banjo al posto delle chitarre elettriche: in brani come questi sta la quadratura del cerchio che i Kings Of Leon hanno realizzato; la scrittura di brani classici, incollati alle radici della musica statunitense, inseriti in un moderno studio di registrazione e in un contesto contemporaneo. Rispetto ai primi dischi il suono è meno “garage”, più pulito, segno certamente del nuovo corso discografico, ma anche della maturità della band.
Come Around Sundown è in conclusione un lavoro dall’ascolto facilissimo e tuttavia mai noioso, tredici tracce, quarantasette minuti di ottima musica: trascinante (Radioactive, No Money) e rilassante (Back Down South), indie (The End) e sudista (Mi Amigo, Mary). Il consiglio è di gustarselo, senza pensare a quello che i Kings Of Leon erano otto anni fa, ma immaginandosi quanto di grande potranno ancora fare.

Matteo Vannacci

The End
Radioactive
Pyro
Mary
The Face
The Immortals
Back Down South
Beach Side
No Money
Pony Up
Birthday
Mi Amigo
Pickup Truck

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