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Se esiste un gruppo italiano in grado di catturare in musica le emozioni della Terra di Mezzo di Tolkien e farle rivivere attraverso l'intreccio delle loro note, questi sono senza dubbio i bergamaschi Lingalad.
Il loro nome nella lingua elfica significa “canto degli alberi”, tema su cui hanno incentrato il secondo dei loro dischi di studio, composto da strumentali dedicati ai luoghi magici delle montagne dell'Appennino.
Il loro esordio, del 2001, intitolato “Voci dalla Terra di Mezzo”, fu invece dedicato proprio al mondo del Signore degli Anelli di Tolkien.
“La locanda del vento” è il loro quinto disco e racconta in musica storie antiche e moderne, come quelle che il vento ha raccolto soffiando tra gli uomini di ieri e di oggi.
Il loro è un folk dai toni celtici, medioevali, popolari, venato di progressive, sfumature etniche e arricchito dai sapienti intrecci tra il violino di Claudio Morlotti e il flauto di Giuseppe Festa. Sono proprio le aperture strumentali, come nel brano La Pietra di Erice, a dare al disco un interessante plusvalore .
Il resto lo fanno le canzoni, comunque sempre al centro della musica dei Lingalad, che vanno dalla più rock Toni il matto alla soffusa e riuscita Il Dono di Maggio. A completare il quadro, un bel recitativo come I Boschi della Luna, basato sulla partecipata lettura di un teso tratto dall'omonimo libro di Giuseppe Festa.
Un bel disco che ha il sapore della ricerca di antiche tradizioni, storie dimenticate, cose semplici, come l'odore della legna che brucia nel camino in una giornata nebbiosa d'inverno.
Giulia Nuti
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1- IL PROFUMO DEL TEMPO
2- GLI OCCHI DI GRETA
3- IL COLPO E LA CURA
4- TONI IL MATTO
5- IL MIO NOME
6- LA PIETRA DI ERICE
7- DONO DI MAGGIO
8- LIO
9- ARIA OLTRE LE STELLE
10- I BOSCHI DELLA LUNA
11- L’ABBRACCIO DEL NOCE
12- ALICE
13- MADRE MIA
14- NELLA PIOGGIA
15- IL MIO NOME (versione strumentale)
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