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Sfrontatezza, trasgressione e sperimentazione che non potrebbero essere generati da altri luoghi se non da New York City nel nuovo, terzo album, della chitarrista Marnie Stern.
Musica rock a trecentosessanta gradi in cui il tasso di adrenalina è tenuto costantemente alto dal suo uso della tecnica chitarristica del tapping, di cui la Stern ha fatto un vero e proprio marchio di fabbrica. Per le sue qualità, nel 2008 Venus Magazine l'ha eletta una delle migliori donne chitarriste di tutti i tempi.
Parti di chitarra frenetiche e virtuosistiche si muovono così al di sotto dei cantati urlati e volutamente sbracati di canzoni vestite degli abiti di un rumoroso indie rock.
Non mancano il gusto ritmico e l'amore per le parti ossessive (come sul brano Gimme) che rimandano la Stern a musicisti per lei fonte di ispirazione come Talking Heads e Television.
Parti di chitarra che decontestualizzate potrebbero sembrare l'assolo impazzito di un brano degli Iron Maiden, invece in questo contesto sono un tassello basilare della creatività e originalità della musica di Marnie.
Giulia Nuti
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