. Mitch Cullin – Tideland
LIBRI
“Tumbleweed, tumbleweed blowin’ cross the yard wonder where you’re goin’ “
madeleine peyroux

Mitch Cullin – Tideland
Fazi Editore – 2006
Euro 14,50
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Pensate a una grande prateria dove si aggira una bambina che tiene sulle dita teste mozzate di Barbie. Intrecciate fra loro scene tratte dal Mago di Oz, Alice nel paese delle meraviglie e Psyco.Non dimenticate mai che dietro le occasioni più banali si spalanca un mondo virtuale e assolutamente spiazzante nella sua visionarietà. Adesso non potete proprio sbagliarvi: siete appena entrati in Tideland uscito nel 2000 dalla penna di Mitch Cullin e adesso in traduzione italiana per Fazi editore.
Cullin viene da Tucson, Arizona, una delle ‘periferie’ letterarie dell’impero statunitense – parallele e non sempre tangenti alle più leggendarie New York e California.Nondimeno si è già fatto conoscere come uno dei più interessanti fra gli ultimi scrittori americani con cinque romanzi e due raccolte di racconti.E Tideland, con una scrittura trascinante e una storia immaginifica, ne è la conferma.

La piccola Jeliza-Rose è figlia di due junkies e quando la madre muore parte con il padre Noah, musicista rock senza soldi ne’band, per la vecchia casa della nonna. Dalla trafficata Los Angeles alle lande sconfinate del Texas. Con il cadavere di Noah che le fa compagnia dalla sedia del soggiorno di quella casa fatiscente, Jeliza-Rose comincia le sue esplorazioni dei dintorni e la conseguente organizzazione di un mondo tutto suo.Vi abitano fantasmi e scoiattoli, squali e formiche,tutti nello stesso modo angeli e demoni che sotto varie forme accompagnano le sue giornate. Le teste delle bambole sono le inseparabili compagne di avventura, finché non conosce i vicini più prossimi Dickens e Dell –fratello e sorella teneri e inquietanti non meno delle sue proiezioni fantastiche. Insieme condividono pic-nic succulenti e un immaginario impressionante, seguendo il quale tutto può accadere. In Tideland tutto può cambiare forma, tutto ha la capacità di scatenare eventi inattesi. Così qualsiasi apparizione fra i cespugli della prateria diventa visione pura, portatrice di giochi intriganti. La magia e l’intensità con cui Mitch Cullin racconta le avventure di Jeliza-Rose ci mettono in guardia dalla paura con cui noi adulti guardiamo al quotidiano, alle sue circostanze più brutte.Come dire che la fantasia non ci risparmia dalle scene più agghiaccianti, ma ha il bellissimo potere di disegnare circostanze liberatorie.

In arrivo anche la versione cinematografica di Tideland, firmata non a caso da Terry Gilliam. Non ci stupisce infatti che questa storia abbia interessato l’ex Monty Python, sospesa com’è fra magico e grottesco e con risvolti di tragica fatalità. Il film, girato alla fine del 2004 nella provincia canadese di Saskatchewan, vede come protagonisti Jeff Bridges (da sempre alter-ego del regista), la straordinaria esordiente Jodelle Ferland(bambina-attrice per niente sdolcinata e carina quanto incredibilmente dura), e ancora Janet McTeer, Jennifer Tilly, Brendan Fletcher. Gilliam traduce sullo schermo la storia di Tideland senza esitazioni di lettura, anche attraverso scene da alcuni definite ‘ eccessivamente forti’. Fedelissima la realizzazione (spinta fino all’eccesso) del senso di libertà dell’open space resa negli esterni e quello di claustrofobia degli interni. Vedremo quanto il suo lavoro ci porti fuori da quella bolla protettiva con cui spesso osserviamo la realtà. Proprio come Jeliza-Rose che con gli occhi di undicenne arriva dritta al cuore perverso delle cose.

Elisabetta Beneforti

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