Brillant Debut album in strong Space Kraut Rock tradition from Norway boy band in erly twenties.

Norvegesi, ventenni, pieni di attitudine punl, con un nome che richiama de Sade i “centoventi giorni“ sono un quartetto durissimo e potente che richiama alla mente lo space rock e il kraut rock più fraudolento dei primi anni settanta con una spruzzata di Primal Scream alla “Vanishing Point“ per rendere il tutto più vicino al gusto attuale. Tutto nell'album si volge con una certa pertinenza a cominciare dall'incipit davvero centrato di “Come out, Come down, Fade out, Be gone“, una sferzata di psichedelia che mescola reverberazioni antiche ad altre più massicce e contemporanee. Una dose melodica però traspare nello scorrere a testa alta del cd, diviso in due segmenti come un vecchio ellepi, e in “Sleepwalking” una sinuosità e una accorata scelleratezza rende i “120 days” palpabili, più concreti rispetto alle cavalcate cosmiche dei primi tre brani.
Piaceranno alle ragazze sole e belle che non trovano l'uomo giusto, agli uomini giusti ma troppo adulti per dichiararsi alle ragazze sole e belle di cui sopra, ai bikers indefessi, ma anche agli avvocati con la palandrana. Insomma, il disco perfetto per Il Popolo del Blues. 5 stelle, uno dei dischi dell'anno.

Ernesto de Pascale