From the Barcelona's chill out scene an intresting cd coming out close to another,more important,beatles record. A little trick that helps listeners to pay their attention to a little,well crafted product that has got a platinum record in Spain.

Proprio pochi giorni prima del già osannatissimo "Love" dei Beatles è uscito un piccolo cd che grazie alla tempistica ha trovato spazio anche negli scaffali delle grandi catene di vendita,distribuito da Edel ecco un interessante disco in cui il repertorio beatlesiano, soprattutto gli slow, viene suonato e cantato in versione chill out.
Tutto inciso a Barcellona,disco di platino in Spagna, tutti musicisti iberici e cinque cantanti nate in diverse parti del mondo: Odette Telleria è cubana e ha passato dieci anni con Gema4 che cantando a cappella hanno entusiasmato la isla e l'America, Marian Dacal è nata a Londra e viene dalla dance ad incontrare un nuovo mondo, Chrys Camacho è di Barcellona e oltre a cantare compone, Natalia (Foix) Chapman è di madre inglese ma anche lei catalana e quasi gli stessi legami con l'Inghilterra li coltiva Connie Lynch che canta,fa doppiaggio e lavora con la pubblicità.
Non è certo facile avere a che fare con queste canzoni ma va detto che nonostante tutto il genere chill out è talmente riconoscibile e particolare che operazioni come questa ne vengono facilitate. Certo che ascoltare l'iniziale "From Me to You" in versione samba può spiazzare ma altrettanto rapidamente (come in tutti gli originali dei fab four) si comincia a battere il piedino. Avvicinarsi a canzoni come "Let it be" può far correre seri rischi se non sei almeno Ray Charles eppure anche la versione qui cantata da Odette Telleria è fresca,coinvolgente se pur arrangiata semplicemente come deve essere. Bella anche la versione di "Michelle" cantata da Marian Dacal e via via tutte le altre a formare una piacevole sequenza su cui spiccano "I'll be back" nella versione cantata da Chrys Camacho,"Eleanor Rigby" da Natalia Chapman,"Something" che si conferma canzone capace di venir eseguita anche dai solisti uzbechi tanto è universale.
Un disco piacevole da ascoltare tranquilli tranquilli quando dopo una serata impegnativa si ha bisogno di rimettere un pochino insieme le idee e poi non avrei mai pensato di ascoltare "Strawberry fields" in versione reggae...va bè ragazzi,vi perdono solo perchè è tardi.

Alessandro Mannozzi