C’è chi per il proprio compleanno si fa un regalo particolare, chi si concede una cena in un ristorante alla moda, chi organizza una festa con gli amici.
Tony Bennett, per i suoi 80 anni (ottanta!), ha avuto l’opportunità di realizzare un disco di duetti con alcuni degli artisti più famosi della scena internazionale: Barbra Streisand, Stevie Wonder, Paul MacCartney, Diana Krall, James Taylor, Celine Dion e così via cantando.
Album di questo genere non sono più una novità e, in linea di massima, sono prodotti confezionati per un pubblico che non vuole impegnarsi troppo e, a volte, a furia di voler semplificare e andare incontro ai gusti medi, i contenuti cadono in contraddizione con la personalità del leader (esempio abbastanza recente ed eclatante, quello dei duetti di Ray Charles, dove solo due o tre brani erano in vera sintonia con la natura del protagonista).
In questo caso invece bisogna riconoscere che il risultato è più che buono, merito degli standard scelti, tutti molto belli, del quartetto che accompagna Bennett con competenza e gusto (ottimo il chitarrista Gray Sargent, mainstream come si conviene e capace di assoli efficaci senza inutili sbrodolamenti di note), dell’orchestra che interviene ad hoc, ma soprattutto merito del vecchio e indomito leone Tony Bennett, che inevitabilmente ha sempre risentito della presenza di Sinatra a impedirgli di dimostrare il suo pieno valore ed ora, probabilmente ultimo autentico grande crooner rimasto sulla scena, dimostra come si possa rimanere giovani anche a ottant’anni, tanto da costringere alcuni dei suoi più giovani e pur blasonati partners a rimanere in ombra al cospetto della sua performance.
Un disco di easy listening che, grazie alla attenta produzione di Phil Ramone, non cade mai nello scontato ed è godibile dal principio alla fine.
Da ascoltare

Rinaldo Prandoni