Time for a retrospective for the shy lady with red hair.
Il 2006 è stato un anno di consuntivi per la rossa Tori Amos all’indomani dell’interlocutorio, almeno per il sottoscritto, ‘The Beekeeper’. Questo prezioso cofanetto, esteticamente bellissimo, ripercorre fedelmente la carriera della pianista cantante dal suo secondo esordio ‘Little Earthquakes’ del 1992 (il primo era stato ‘I Kant Tori Sing’ completamente ignorato da pubblico e critica). Non è un caso che proprio il primo disco occupi un intero CD dei cinque inclusi in questo cofanetto: con esso infatti, Tori Amos sconvolse le classifiche di mezzo mondo e non solo per le sue canzoni che rimandavano direttamente a Kate Bush, ma per la sua volontà di presentarsi dal vivo in solitudine con il suo piano Bösendorfer. La voglia di “spogliarsi” davanti ad un’audience, spesso stravolgendo le sue canzoni e proponendo cover dei suoi idoli, rese Tori Amos un’eccezione nel panorama rock e pop degli anni ’90. Tutti infatti, preferivano offrire un grande spettacolo in cui la musica era quanto più fedele al disco, lei invece, esigeva attenzione del suo pubblico e da se stessa, giocando con la musica e le emozioni data dopo data, concerto dopo concerto.
Le canzoni di Tori sono come un quadro del ‘400: ricche, complesse e dalla molteplice chiave di lettura. Spesso la facile melodia è accompagnata da un testo criptico e ricco di citazioni ed immagini di difficile interpretazione, fatto questo che ha fin da subito scatenato una vera Tori Amos mania con fan che erano pronti a collezionare tutto della loro eroina. Lei si divertirà ad alimentare questa complessità attraverso interviste, servizi fotografici nei quali scomponeva il suo personaggio, facendolo diventare, fragile ed indifeso o mascolino ed algido e pubblicando un numero incredibile di singoli ricchi di inediti che spesso superavano in bellezza i brani contenuti sul disco. ‘China’, ‘Me And a Gun’, ’Precious Things’, ‘Winter’, ed i singoli di successo Silent All These Years’ e ‘Crucify’ vanno a comporre un album così denso e complesso ed al tempo stesso orecchiabile come non se ne sentiva da anni.
Tori non saprà mantenere a lungo l’equilibrio tra freschezza, semplicità e profondità delle sue canzoni: ‘Under The Pink’ con ‘Conrflake Girl’ e ‘Past The Mission’ e ‘Boys For Pele’ con la dolce ‘Hey Jupiter’ e la toccante ‘Putting The Damage On’ sono dischi ancora ispirati e privi di quella forzata patina elettronica e modernista degli anni successivi e coincidono con i tour in solitudine. L’arrivo della band per i concerti dal vivo in qualche modo inizia a frenare l’ispirazione, e di conseguenza il fascino della sua musica. ‘To Venus And Back’ e ‘From The Choirgirl Hotel’ sono album troppo pensati ed in cui la musica non fluisce con naturalezza, pur possedendo canzoni come ‘1,000 Oceans’ e Jackie’s Strenght’ . il lato dal vivo di ‘To Venus And Back’ poi evidenzia come la scelta di suonare dal vivo con una band abbia di fatto venir meno il piacere per l’improvvisazione, e di come la musica si sia come adagiata sui binari sicuri e collaudati. A nulla vale il disco di cover ‘Strange Little Girls’, peraltro ignorato nel cofanetto ed il cambio di etichetta (dalla Warner alla Sony). Tori da amazzone timida e sexy è diventata una cantante che suona più per il suo pubblico di fedelissimi che per se stessa e per il piacere di condividere i suoi stati d’animo ed i suoi pensieri con gli altri. È come se la sua ricerca personale fosse finita, e non avesse più stimoli a tentare nuove strade. Tori è felice del risultato e vuole solo mantenere il ricordo di ciò che è stata.Questo cofanetto ce lo ricorda perfettamente.
Jacopo Meille
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Track list
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