Stylish blue eyed acoustic soul brother halfway through Ray La Montagne and Norah Jones. Good songs.
Amos Lee dove lo metto? Si sarà chiesto il discografico che con la canna del gas alla gola si è trovato davanti un bel talento, giovane, tall & handsome, con la voce di un Bill Withers bianco, di un Mick Hucknall americano, in un momento storico in cui ciò di cui lui (e tutti gli altri come lui) ha bisogno solo di un Jesse Mc Cartney di turno per fare (o tentar di fare) un po’ di numeri con il segno più.
Con Amos Lee si deve invece correre ai ripari perché il ragazzo fa sul serio !: scrive bene una canzone agrodolce dai toni soul un po’ seventies, fine & mellow per dirla alla Billie Holiday, che potrebbe essere uscita dal famoso contingente di Woodstock e della prima Bearsville record o della Ampex.
Infatti, dopo un paio di tentativi nei brani iniziali (“shout out lord“, “sympathize”, “freedom“) di caricare un po’ il prodotto è chiaro, è stato chiaro anche al produttore, che la cosa migliore era lasciar navigare il ragazzo sulla propria rotta, avvicinandogli solo le persone più adatte a sviluppare il suo linguaggio. Ecco allora che vediamo convocati da Los Angeles il batterista Pete Thomas (Elvis Costello, Los Lobos, Jackie Greene) e il più famoso suonatore di pedal steel guitar sul mercato oggi, Greg Leisz, la voce nera di Lizz Wright e un manipolo di amici sconosciuti ai più dei quali Amos si fida ciecamente.
Il risultato è da Triple AAA (Adult, Artist, Album) e piacerà alla prima categoria, alla seconda e alla terza indistintamente. Aggiungerei anche la nuova categoria di quanti ascoltano solo le radio digitali satellitari americane come Sirius o XM.
Chitarre acustiche, cori gospel si insinuano fra le maglie dell’organo Hammond in “Skipping Stone “ mentre nella conclusiva e intimista “Long Line of Pain “Amos Lee e Gregg Leisz fanno tutto da soli.
Considerato quindi che gli unici bischeri a comprare i cd e a copiarne pochi sono la generazione dei fortysomething in su, Amos Lee ci sta dentro come - per i tipi di Rca/Bmg america- ci sta Ray la Montagne opure jackie Greene, per la Verve/Universal.
E sulle note tenui di “NightTrain” scivola via la lasciva indolenza di Lee, a un passo da Norah Jones e a uno dal citato Ray La Montagne. Piccoli grandi dischi in cui la scrittura ancora, per fortuna, conta.
E se volete sapere dove la Emi ha messo - meglio usare il verbo giusto, “posizionato“ - il ragazzo, la risposta è presto detta: presso la Blue Note, la più stilosa delle sue etichette. Chissà che avrà pensato la Jones di trovarsi spalla a spalla con un contendente in più in casa.
Ernesto de Pascale
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Track list
1. Shout Out Loud
2. Sympathize
3. Freedom
4. Careless
5. Skipping Ston
6. Supply and Demand
7. Sweet Pea
8. Night Train
9. Southern Girl
10. The Wind
11. Long Line of Pain |