13 is the 13th solo album for Brian Setzer and contains 13 tracks that shows all his passions, his memories and his musical ispiration from southern influenced to classic rock/new wave to almost metal. This album features, on all 13 tracks, an unbelievable playing and solid songwriting. On Really Rockabilly features also the guest apparence of Slim Jim Phantom, the drummer of Stray Cats.
Il numero 13 per gli americani scaramantici non è visto di buon occhio ed è forse proprio per esorcizzare tutto ciò che Brian Setzer ha deciso di intitolare proprio così, il suo tredicesimo album come solista che esce per la Surfdog Records, indie label fondata nel 1993 da Dave Kaplan. Per qualsiasi artista essere arrivato al tredicesimo album, avrebbe significato come minimo una raccolta di successi retrospettiva, Setzer ha scelto al contrario di proporre tredici brani completamente inediti che però ripercorrono tutte le scelte artistiche, le passioni musicali e le ambizioni che lo hanno segnato nel corso della sua lunga carriera. Eccoci così di fronte ad un esplosivo mix di rock delle radici, rockabilly, country e jazz lunge dove il genio del nostro rockabilly hero emerge in tutta la sua creatività. Il disco, inciso l’aiuto di due amici e musicisti fidatissimi come Bernie Diesel alla batteria e Ronnie “Crusher” Crutcher al basso, vede sempre come protagonista incontrastato Setzer e la sua chitarra Gretsch. Se apparentemente all’ascolto il disco suona disomogeneo e fin troppo leggero nei suoi risvolti, a ben vedere ciò che fa da collante a questi brani è la ricerca di un sound energico e mai banale. Certo molti dei tredici brani sanno di già sentito, almeno nei dischi di Setzer sia con gli Stray Cats sia con la sua Orchestra, ma il sound, sin dalle prime note di Drugs & Alchool fa letteralmente sobbalzare sulla sedia chiunque abbia un minimo di familiarità con il rock. Il disco vira ora attraverso pulsioni hard come il travolgente rock blues di Take A Change On Love, ora al rockabilly più puro con Broken Down Piece Of Junk, fino a sfociare in magnifiche ballate a cinque stella come Don’t Say You Love Me, un mid-tempo degno del miglior Dave Alvin. Sorprendente è la mini-reunion con il vecchio Stray Cats, Slim Jim Phantom con il quale si lancia nella divertentissima Really Rockabilly, cantata con tanto di voce baritonale. Non meno godibili sono, Backstreets Of Tokyo cantata in duetto con Tomoyasu Hotei e che suona chiaramente come un omaggio al mercato nipponico che da sempre lo ha supportato alla grande, Mini Bar Blues uno strumentale dai contorni jazzy after-hours e la gustosissima When Hepcat Gets The Blues con tanto di organo hammond in bella evidenza. Qualche concessione al semplice divertissement la si ha nel psychobilly Bad Bad Girl (In A Bad Bad World), nel pub-rock scalcinato di We Are The Marauders e nella sferragliante Everybody’s Up To Something. La vera sopresa del disco però arriva nel finale con The Hennepin Avenue Bridge, che cominicia come un brano country per soli banjo, mandolino e voce e sfocia, con l’ingresso del basso tuba, in un accorato omaggio al sound di New Orleans. Brian Setzer, ben conscio di essere uno degli ultimi baluardi del rockabilly, con 13 ha voluto concentrare in un disco tutte le sfumature di un genere e non solo è riuscito nell’impresa di rendere credibili anche i brani più leggeri. Per chi non ha mai ascoltato questo rockabilly hero, 13 è l’occasione giusta per farlo.
Salvatore Esposito
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Track list
1. Drugs & Alcohol (Bullet Holes)
2. Take a Chance on Love
3. Broken Down Piece of Junk
4. We Are the Marauders
5. Don't Say You Love Me
6. Really Rockabilly
7. Rocket Cathedrals
8. Mini Bar Blues [Instrumental]
9. Bad Bad Girl (In a Bad Bad World)
10. When Hepcat Gets the Blues
11. Back Streets of Tokyo
12. Everbody's Up to Somethin'
13. Hennepin Avenue Bridge |