. Damien Rice - 9 - nine

Damien Rice - 9
(14th Floor/Warner)
www.damienrice.com

Damien Rice has proved not to be a shooting star.

Il CD parte con un pianoforte, quattro battute, poi fa il suo ingresso una voce femminile e, chiudendo gli occhi, è come se Tori Amos fosse tornata a scrivere un brano degno dei suoi migliori. Finalmente, arriva Damien Rice con la sua voce tanto timida quanto espressiva ed è a questo punto - dopo soli 80 secondi - che ‘9’ rimarrà nel lettore per un bel po’ come del resto era accaduto a ‘0’, il suo esordio del 2004.

Con Damien Rice la musica pop si riappropria della dinamica, del piano e del forte, di ciò che la musica da classifica tenta di annientare e che invece rende “vive” le canzoni del cantautore. Rice è sicuro di sé e non ha paura di scrivere una canzone come ‘The Animals Were Gone’ che si avvicina all’inarrivabile ‘Halleluja’ di Cohen per intensità, trasporto e profondità delle parole:”I Know I Left You, In Place Of Dispair, I Know That I Love You, So Please Throw Down Your Hair…” Il suo romanticismo retrò che legittimamente può sembrare a volte ridondante, ha l’effetto di una boccata di aria fresca, perché, vero o falso che sia, si fonde perfettamente con la sua musica così minimale e “grossa” al tempo stesso: ‘Elephant’ è una dolce ballata per sola voce e chitarra acustica, piacevolemente “libera”, che viene rotta da un’entrata di batteria come solo Keith Moon poteva immaginare ed esplode fragorosamente con tanto di orchestra, diventando pochi secondi un godibilissimo pasticcio sinfonico.

C’è sicuramente del mestiere nella stesura dei brani, così come è evidente che il successo del disco precedente non ha lasciato indifferente Rice, ma anche quando vengono riprese soluzioni già collaudate, non viene a mancare la convinzione e l’enfasi con cui ogni singolo musicista coinvolto si getta, letteralmente parlando, nella musica. ‘Me, My Yoke + I’ si regge totalmente sulla forza dell’interpretazione, sull’enfasi, sull’essere piacevolmente sopra le righe, con la voce distorta e graffiante.

‘9’ è in definitiva, un prezioso disco di musica vissuta, di miseria e nobiltà, di intuizioni e luoghi comuni che si fondono bene insieme e trasmettono voglia di verità. non è poco, credo.

Jacopo Meille

Track list

1. 9 Crimes
2. The Animals Were Gone
3. Elephant
4. Rootless Tree
5. Dogs
6. Coconut Skins
7. Me, My Yoke + I
8. Grey Room
9. Accidental Babies
10. Sleep Don’t Weep

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