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Una serata di grande cantautorato
Manson, cresciuto fin da giovanissimo nel cuore della scena musicale newyorkese, ha scatenato l'entusiasmo dei suoi ascoltatori per le brillanti capacità di musicista e di intrattenitore. Presenta le sue canzoni, dirette ed efficaci, in un italiano che lui si scusa di stare ancora imparando, raccontando storie divertenti e cariche di senso dell'umorismo (cosa non facile in una lingua diversa dalla propria). Manson, chitarra e voce sul palco, suona con confidenza e con tutta la sicurezza che serve per non risparmiare ogni volta al suo show i pezzi appena finiti di scrivere, e il pubblico dimostra di recepire e apprezzare la qualità della sua performance. Con l'etichetta Club De Musique, per la quale escono i suoi dischi il cui più recente è Under The Stone, Manson ha intrapreso la produzione di un giovane cantautore italiano, Stefano Barotti, sul palco in apertura di concerto. Barotti, anche lui da solo, sposa le linee del cantautorato classico italiano, dimostrando di saper scrivere canzoni di buon livello e testi singolari e fantasiosi. La sua esibizione è un'ottima premessa al concerto di Manson, con canzoni che hanno tratti personali ma che arrivano bene al pubblico per la loro familiarità. Gran finale con entrambi i musicisti sul palco per suonare Will there be love?, brano di Jono di cui Stefano ha realizzato una versione italiana. |
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