Birds of America: Current Carry
(Isota Records /GoodFellas)
www.isotarecords.com



Nat Russell è Birds of America come Ben Chasny (già Comets on Fire) è Six Organs of Admittance. Entrambi sono espatriati dalle loro aree di origine per approdare a San Francisco ed entrambi hanno una forte predisposizione alle canzoni dai toni fortemente atmosferici e intimisti. Sempre molto underground nell’approccio allo stile di registrazione i due hanno altri punti in comune: sono entrambi fuori come due balconi ed entrambi preferiscono la perfetta solitudine. Dei due. Nat Russell è più completo ed organico dal punto della scrittura lì dove Chasny è più strumentista (già si parla un gran ben del nuovo album di Six Organs of Admittance, “School of the Flower“) che speriamo recensire il prossimo mese). Russell nella sua scrittura è chiaramente ispirati da alcuni punti fermi: Syd Barrett, Robyn Hitchcock, Skip Spence dei Moby Grape nel suo capolavoro di “diforismo urbano“, “Oar”. I tipi della Isota records, forse per imbonirsi l’acquirente –se mai ce ne sarà uno fuori dal suo circuito – amano citare anche “Moon Pix “ di Cat Power, The Microphones, i Little Wings e i Neutral Milk Hotel. A voler dimostrare di essere anche loro fuori si lanciano oltre e tirano una linea di paragone fra Nat Russell e Paul McCartney. “Birds of America“ è un disco lento come questa nuova onda richiede (vedi Devendra Barnhart) e Russell viaggi certamente sull’onda dell’interesse per quest’ultimo. Non potrebbe essere altrimenti. Nat nel grande mare della musica senza riferimenti si perderebbe e noi lo noteremmo nemmeno. C’è una certa uniformità e magia in questo “Curent Carry“ ma tante cose sono chiaramente inespresse e non sai se per scelta o per impossibilità; il disco arriva in fondo così, esattamente con la stessa atmosfera con cui è iniziato, dieci pezzi in trentuno minuti, e non sai che fare, se rimetterlo su o volarlo dalla finestra. Poi, più salomonicamente, decidi solo di passare oltre.

Ernesto de Pascale