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Mercury Rev - The Secret Migration
(V2/Edel)
www.mercuryrev.net
Like in a wonderful dream, Mercury Rev are back with more tender and swirling melodies. The Secret Migration, their last cd, is a little masterpiece, because they have made an interesting experiment about melody with a look in the past where Beatles and Beach Boys live together.
I Mercury Rev sono una band di grande talento, e chi grida alla scoperta dell’acqua calda, sa che talento è una parola che sempre più raramente appare nelle recensioni dei dischi. Al di là dunque di tutte le elucubrazioni e dei vari confronti con l’illustre passato di questa band, di cui vale la pena segnalare due grandi dischi, Deserter’s Song del 1998 e All Is Dream del 2001, mettere sul lettore il loro ultimo lavoro The Secret Migration, è come dar vita ad una piccola opera d’arte. La loro musica rispetto al passato si è senza dubbio evoluta, non più atmosfere younghiane ma tenui passaggi sonori dai tratti onirici, creati dal confluire inaspettato di pop, rock, psichedelia e progressive, insomma uno sfondo eccellente per il particolarissimo falsetto di Jonathan Donahue. Durante l’ascolto si apprezza come la lunga lavorazione, cominciata nel 2002 dopo la fine del loro tour mondiale nel loro studio personale nei pressi di New York, abbia dato i frutti sperati infatti ogni dettaglio è curato al massimo come dimostra la splendida First Time Mother's Joy, un salto in dietro nello studio di Abbey Road e un salto in avanti nel futuro a spasso nello spazio con Phil Spector e Brian Wilson. Tra le altre gemme del disco vanno segnalate, The Secret For A Song con il suo grande impianto melodico, le romantiche note di Black Forest (Lorelei) e lo splendido affresco orchestrale di In A Funny Way. Insomma poche palle, The Secret Migration è un disco incredibile che non si finisce di scoprire con un ascolto, ne’ con due, ne’ con dieci. È un disco dalla vita lunga, il segreto racchiuso in ogni canzone, si svela lentamente, non resta che sederci, ascoltare e immaginare…
Salvatore Esposito
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