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Ollabelle: Ollabelle
(Sony)
www.ollabelle.net
Convincing debut album by much acclaimed New York City East Side roots music oriented “next big thing“, Ollabelle
Il nome appariva frequentemente sui giornali che pubblicizzano la musica dal vivo a New York City già da un paio d’anni. Di loro si parlava sempre più frequentemente per un intenso mix di acustico ed elettrico e per le due voci di Amy Helm e Fiona McBain e ci potete scommettere che prima del successo di Norah Jones ne avrebbe mai voluto sentire di un sestetto che suona a volume così dimesso. E’ solo un caso che la qualità vada d’accordo con il mercato e dobbiamo quindi far presto a raccogliere, ascoltare, riflettere, vedere dal vivo, discutere di questa terra così prolifica che confina da una parte con il blues, dall’altra con il folk, poi con la canzone d’autore e il cui quarto lato confina con tutto il resto.
La sensazione è che il gioco che ha messo in campo questa piccola nicchia sia guidato dalle nuove leve della costa est: dai più anarchici Boggs di Brooklyn, ai più oldtimey Tarbox Ramblers di Boston, dai ispirati swinger The Wyos fino a questi Ollabelle. Oggi è così tutto un fiorire di artisti e band che avrebbero fatto la gioia dei gestori del glorioso Club 47 di Cambridge, alle porte di Boston, dove nei sessanta sbocciarono nomi come Bonnie Raitt, Jim Rooney, Taj Mahal, Jim Kweskin, Happy ed Artie Traum, Bill Keith, Eric Kaz, Geoff Muldaur e la moglie Maria. Tutti artisti, quelli citati, che si sarebbero poi spostati, o alla fine, sulle Woodstock Mountain per dar vita a quella Revue che incise tre album per la Rounder sul finire dei settanta.
Ollabella ha scelto con oculatezza il materiale che costituisce il proprio album d’esordio, la cui produzione esecutiva è affidata a T Bone Burnette; si è rivolto alle collezioni del Library of Congress di Alan e Jack Lomax, ai tradizionali come “jesus on The Mainline”, che imparammo a conoscere nei settanta grazie a Ry Cooder alla Carter Family e, sagiamente, “sdoganano” una versione azzeccata di “i am Waiting“ della coppia Jagger-Richards, tanto per non sembrare dei vecchi “babbioni” anzitempo. Le voci della Helm e della McBain insieme a quella di Glenn Patscha, tastierista e leader del gruppo, danno un tono gospel al tutto ma è chiaro che sono gli anni di esibizioni che hanno radicato lo stile, più ancora che lo studio di registrazione. Cresciuti nel frizzante ambiente di un piccolissimo locale, tanto piccolo che si chiama The Living Room, Ollabelle sono abbastanza originali per essere all’album d’esordio e le composizioni lasciano ben sperare (“Two Steps“) e quando arrangiano i tradizionali con estro, come nel caso di “i’m willing to run all the way“ che pare sorella minore di “’ve neverd love a man (the way i love you)“, danno dimostrazione di maturità. Le due cantanti devono cercare di non scadere mai nella interpretazione stile “jazz club” e starà al rigore dei soci musicisti riuscire nell’intento. Buone notizie, quindi, per chi ama la musica di antica ispirazione. Ollabelle sono partite con il piede giusto. Bella la chiusura di “All is Well”, antico canto punteggiato da un organo a soffietto.
Ernesto de Pascale
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