. Southside Johnny & The Asbury Jukes – BB King’s , NYC 6.01.2006

Southside Johnny & The Asbury Jukes – BB King’s , NYC 6.01.2006

È tornata in città la miglior party band della costa est e New York City se ne e' subito accorta, mettendo in fila davanti alle porte del BB king's, a due passi da Times Square migliaia di appassionati di soul e rythm & blues, immarscescibili sostenitori di SouthSide Johnny & the Asbury Jukes, nati nel vicino New Jersey nei tardi settanta e sostenuti da Bruce Springsteen e Miami Steve Van Zabdt in epoche non sospette. Johnny, leader della formazione a undici, e' un vero soul singers con attitudini rock & roll: gli anni passano ma lui si spezzera' ma fino a quel giorno non si sara' mai piegato. Avanti tutta così per 2 ore e quarantacinque, spaziando in un repertorio infinito:c' tempo per le bellissime canzoni che il Boss scrisse per Johnny, per cover insospettabili come "walk away renee"(un classico locale dei sessanta). "Just my imagination" di Smokey Robinson, brani dal nuovo disco, " into the harbour'.


La carica dei Jukes e' immutata dai tempi degli esordi ad oggi. Visti dal vivo già due volte (agosto 1979 ad Asbury Park e 1994 in Italia) il recensore e' rimasto a bocca aperta, con il sorriso sulle labbra di chi reincontra un vecchio amico e di chi ha ascolta grande musica dal vivo, ben suonata, ben cantata proposta con il cuore. "Happy" il singolo dal nuovo disco e' un ottimo brano che sarebbe potuto uscire da " Sticky Fingers" e Southiside non ha avuto paura di cantarlo fianco a fianco con capolavori come "The Fever" di Bruce Springsteen per poi tornare al nuovo disco con "edge of the world".

Nel finale dalle retrovie viene avanti La Bamba - il celebre trombonista con John fin dagli esordi, un caratterista a tutti gli effetti! - e canta "Love Train" degli O'Jays e "It ain't the meat, is the motion" vecchio brano di una volta che tutti in sala paiono apprezzare. D'incanto ti accorgi che negli ultimi treanta minuti Southside Johnny and the Jukes hanno sciorinato una serie infinita di brani che potevano essere tutti potenziali "ultimi brani" dello show: canzoni intense, potenti, epiche, dal piglio fiatistico importante.

Alla guida di una band di cinquantenni (almeno) con Bobby Bandiera dalla prima formazione alla chitarra ma tutti bravissimi musicisti a sostituire i vecchi del gruppo, John interpreta il ruolo del soulman contemporaneo. Southside Johnny & the Asbury Jukes non prevedono di tornare presto in Italia (ameno che non ci pensi qualcuno a chiamarli ma mandano tanti saluti a "un paese bellissimo", mi dice Johnnny alla fine dello show). L'artista invita tutti a restare in contatto con lui però attraverso l'aggiornatissimo www.southsidejohnny.com dove potrete trovare tutti i dischi, le date e molto altro ancora.
Vi mancherà però the real thing. Lo show. E di spettacoli così accorati che ti fanno uscire nel gelo cittadino col sorriso sulle labbra incurante del vento, non se ne vedono più tanti.
Come dice il proverbio: sono vecchi modelli le cui parti di ricambio non sono più in produzione. Teniamoceli stretti.

Ernesto de Pascale

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