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Arnold Mario Dall’O: Republic of welcome
Arnold Mario Dall’O: Republic of welcome
(a cura di Valerio Dehò)
Splendenti di stratificazioni materiali e visive - costruite soprattutto mediante l’accumulo di memorie private e reperti di varia natura rimasterizzati in forma pubblicitaria - le opere di Arnold Mario Dall’ O (artista nato a Bolzano nel 1960) soddisfano la fame dello sguardo e incoraggiano l’osservatore a chiedere di più.
C’è qualcosa di goloso in queste superfici solcate da immagini vivamente colorate che si depositano in ondate successive, fino a saturare lo spazio che le accoglie, creando un reticolo di forme contrastanti in continuo dialogo.
I linguaggi deposti su tela, carta e legno, appartengono a vocabolari ben diversi: forme geometriche che sembrano illustrare classici teoremi; silhouette di animali (cani, cervi, cavalli, ratti); immagini pornografiche; decorazioni astratte; disegni tratti da manuali di anatomia; ornamenti floreali. La sapienza compositiva e tecnica di Dall’O è fuori discussione: qui tutti i pezzi del mosaico sono collocati al punto giusto e le opere parlano una loro lingua chiara e unitaria.
La relazione tra differenti mondi visivi non è una pratica sconosciuta all’arte degli ultimi decenni. Cominciarono gli artisti pop durante gli anni sessanta del secolo scorso a mescolare il diavolo con l’acqua santa: la foto di cronaca pubblicata sopra i giornali di attualità si fuse con il sublime della pennellata (Robert Rauschenberg), ed hanno proseguito i postmoderni nella seconda metà degli anni ottanta, quando giocarono a costruire racconti trasversali per raccontare la schizofrenia della società dominata dal mercato e dalla comunicazione infinita (David Salle).
In questa tradizione Arnold Mario Dall’O si muove seguendo un suo demone personale, un suo gusto rivolto ad ottenere l’eleganza finale dentro il disegno complessivo delle mescolanze. Così il nostro sguardo è appagato e anche sottilmente invitato a spingersi oltre la luccicante superficie del consumo, della velocità, della vertigine dettata dall’infinito numero delle tentazioni.
Stefano Loria
Sergio Tossi Arte Contemporanea,
Via Pindemonte 63 , 50124 Firenze, tel. 055 2286163.
Orario: dal martedì al sabato ore 15.00 19.00; fino all’11 febbraio
www.tossiarte.it
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