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Conversazione con Michele Placido
Come un grande attore e regista si mette in gioco:
tra cinema e teatro in periferia.
Conversazione con Michele Placido
di Alessandro Mannozzi
Incontro Michele Placido a casa sua, quartiere medio-borghese, atmosfera casalinga seppur indaffarata e senza tregua. Non è la prima volta che lo vado a trovare e sempre trovo caffè caldo e biscotti ad aspettarmi.
D. Io ho avuto già il piacere di incontrarti per collaborare a "Romanzo Criminale" scegliendo le musiche non originali del film. Grande successo nelle sale, premi come il neonato Telegatto per il cinema e le dieci nominations ai Nastri d'Argento della critica (ne ha vinti cinque pochi giorni dopo l’intervista n.d.r.). Ecco,quante altre soddisfazioni riserverà questo film a te e di riflesso a noi che ne siamo parte?
R. Bè,il film è stato anche assistito dalla fortuna, non nel senso di culo tanto per esser chiari,ma la fortuna di aver trovato tutti i collaboratori giusti.Le persone giuste al posto giusto,come il direttore della fotografia Bigazzi,il montaggio di Esmeralda Calabria,voi che mi avete aiutato nelle musiche,te e l'autore della colonna sonora originale Paolo Buonvino o i produttori che,riguardo proprio alle musiche,hanno capito quanto fosse importante avere quelle scelte al montaggio con rapidità e anche con impegno economico.Nel film le canzoni sono tante ed affiancano la colonna sonora originale tanto che il cd che ne è stato ricavato è doppio.I costi sappiamo che sono spesso elevati ma c'è stata la capacità di comprendere quanto la musica fosse importante nel racconto e nella descrizione dei personaggi.
D. Questo per quanto riguarda la realizzazione, ma non basta per avere successo al botteghino e tra i critici.
R. Credo sia un bel film, tratto da un libro che aveva dei tiranti interessanti non solo per raccontare la storia della banda della Magliana ma anche un pezzo di storia d'Italia che è nella memoria di tanti e chi, parlo dei giovani, non ha vissuto quei momenti ha trovato un mondo che li ha affascinati tragicamente ahimè ma resi anche sgomenti su quello che erano certi rapporti tra politica,potere occulto, delinquenza comune. Un mondo tragico e straordinario...Per il futuro, come mi chiedevi prima...
D. ...radioso da quel che so, ma c'è stato comunque qualcuno che non ha gradito mi pare.
R. Qualcuno non ha gradito l'accento romano. Può darsi che sia stato danneggiato da questo punto di vista ma non per l'accento negli incassi al nord est, bensì per una prevenzione nei confronti di un film che ha questo linguaggio romanesco ma che non parla solo di un quartiere di Roma. Chi non ha voluto vederlo ha dimostrato probabilmente una certa cecità per motivi che definirei quasi campanilistici (sorride). Non sanno cosa si sono persi. Andiamo al Festival di Berlino perchè i tedeschi hanno adorato il film preferendolo ad altri di grande valore,esce in Francia adesso con 250 copie, la colonna sonoraè stata presentata due settimane fa a Parigi da Anna Mouglalis che ha interpretato uno dei ruoli principali. Insomma i francesi e i tedeschi che non distinguono certo l'accento romanesco da quello veneto hanno preso il film per quel che è:la rappresentazione che tutti noi abbiamo saputo dare con una storia ben raccontata di un periodo importante dell''Italia.
D. Proprio della storia volevo parlare. Non è comune che un film italiano ne racconti una che parte da criminalità che non sia la mafia e da personaggi che erano spietati "cani sciolti" nel mondo della mala romana. Forse anche per questo sono arrivate le dieci nominations ai Nastri d'Argento.
R. Bè devo dire che non mi era mai successo come regista di averne un numero così alto e di questo ringrazio il sindacato dei Critici che ha voluto dimostrarmi il gradimento anche da parte loro oltre che del pubblico.Per quel che riguarda la storia così particolare per un film italiano, nella percezione che di noi hanno all'estero conta molto.A proposito,una copia andrà a New York al Tribeca Film Festival organizzato da De Niro. E' stato lui a richiederlo dopo che gliene avevano parlato alcuni produttori americani che lo avevano visto a Los Angeles. All'estero sono stati colpiti dalla diversità di questo film rispetto a quelli che raccontano piccole storie,assai personali e belle ma viviamo in tempi di omologazione e non vedrei tanta differenza tra la vita di un italiano medio e di un francese o un tedesco altrettanto medi ecco. Vedere invece un grande affresco storico in un contesto così straordinario come quello italiano... perchè attenzione, il contesto storico del nostro paese dal punto di vista della cronaca e degli eventi è uno tra i più potenti del mondo.Quante nazioni possono avere come sfondo ad una storia filmica,una finzione, una verità storica in cui appaiono attentati al papa, stazioni che saltano in aria, i treni, centinaia di morti o il rapimento del presidente del consiglio. E' questo che li ha colpiti, il fatto che la nostra è sempre stata una storia sofferta seppur spesso dimenticata che ha visto morti ma anchecambiamenti politici grossi che forse noi abbiamo digerito con grande facilità però stanno lì e quando uno li rivede fanno impressione. Proprio la nostra storia penso abbia colpito gli spettatori francesi e tedeschi e ora spero anche quelli americani. E' un pò un affresco storico alla Scorsese se mi permetti il paragone.
D. Infatti. E' un film lungo (tre ore circa) con una notevole prova da parte degli attori che sono tutti bravissimi.
R. Ti racconto un episodio che mi è accaduto una settimana dopo l'uscita di “Romanzo Criminale”. Ero in un bar e c'erano degli impiegati in pausa,uno di loro raccontava di aver visto un film la sera prima che non vedeva in Italia da anni,attenzione non un film italiano ma uno in genere, che era bello ed emotivo e per giunta durava quasi tre ore. Raccontava di non essersi riuscito a staccare dalla storia neanche per un attimo nonostante all'inizio fosse un pò scettico. Ecco, uno spettatore al di sotto della media nel senso che va al cinema poco e controvoglia e scopre attraverso il mio film una rinnovata passione è un ottimo segnale.Parlava anche degli attori dicendo di non conoscerne una buona parte,probabilmente parlava di Favino e Santamaria e magari conosceva di più Accorsi e Kim Rossi Stuart,ma parlava anche delle tante facce nuovedi bravi attori che aveva visto in ruoli più piccoli e lo avevano appassionato. Parlava soprattutto dei personaggi di cui poi ricordava i nomi. Questo,come dici tu,significa che gli attori sono andati al di là anche delle mie aspettative come regista.Attraverso questi personaggi sono riusciti a far venir fuori tutta la loro capacità professionale che probabilmente molte volte prima era stata mortificata da una scrittura mediocre.
D. Ecco che ci riagganciamo all'inizio del discorso...
R. Esatto. Gli uomini giusti nei posti giusti.La sceneggiatura di Petraglia e Rulli ha definito i personaggi benissimo,con una straordinaria capacità introspettiva grazie poi alla base costituita dal romanzo di Giancarlo De Cataldo da cui il film è tratto.Tutto ciò è ritornato agli attori e di conseguenza al regista.A me spettava soltanto di orchestrare tanta ricca materia e tanti bravi attori.
D. Cambiamo argomento e parliamo del teatro. Un attore come te, tra i più bravi e famosi del nostro paese che ha fatto tante cose e ancora tante ne farà come trova la volontà di mettersi sempre in gioco? Mi riferisco al fatto che sei diventato direttore artistico del neonato teatro comunale di Tor Bella Monaca, un quartiere romano difficile che fa parte di una vasta zona periferica romana dove un teatro stabile è una cosa importante, come è importante il parroco e tutti coloro che contribuiscono a creare una socialità. Un attore che capisce quanto la sola tecnica non basti ma che si debba anche andare dove è più difficile fare le cose,ricordo Gassman col suo teatro tenda,dimostra di essere non solo bravo ma consapevole che il teatro si fa anche in mezzo alla gente in difficoltà. Il comune di Roma ha riaperto una sala a Tor Bella Monaca dimostrando grande sensibilità da parte della politica, dell'amministrazione e del sindaco Veltroni ma altrettanta ve ne è stata da parte tua, attore conosciutissimo, andando in un quartiere dove il commissario Cattani e il nuovo film fanno di te un veicolo importante.
R. Il comune ha voluto offrirmi questa possibilità, ma torno sull'argomento fortuna. Una sera casualmente ho incontrato l'assessore alla Cultura Gianni Borgna e ci siamo detti che oltre al già importante lavoro sulla cultura che l'amministrazione ed il sindaco avevano già fatto mancava un pò nella periferia una voce, un qualcosa, un'idea che desse l'esempio a tutte le altre cinture della città. La cosa restò così, sembrava una di quelle conversazioni che non avrebbe avuto seguito e invece con mia grande sorpresa qualche mese dopo mi hanno chiamato dicendomi che se volevo ancora una sala a Roma dove confrontarmi coi giovani dando loro la possibilità di fare cose con artisti affermati, c'era il teatro di Tor Bella Monaca che era chiuso da qualche anno. Ho accettato di occuparmene con entusiasmo. Se io quella sera non avessi incontrato e stimolato l'assessore Borgna con una discussione,non pensando che saremmo arrivati a qualcosa di concreto,non si sarebbe messo in moto, forse, tutto questo.Sono stimolato dal fatto di essere in periferia, lì vivono tantissime persone che lavorano,studiano,vanno in fabbrica la mattina che hanno difficoltà sociali perchè non hanno strutture a disposizione per la loro voglia di socialità in un quartiere enorme come quello che raccoglie molte altre zone vicine.Sono quasi 350.000 abitanti e quando ho detto sì ero convinto che avrei trovato un grande interesse per il teatro, cosa che in effetti è stata. Non appena il comune ha aperto una porta il successo è stato enorme. Io ho fatto la presenza ma il merito è stato della gente che ha voluto partecipare. Addirittura alcuni vigili urbani mi hanno detto che da quando il teatro è aperto nelle sue vicinanze sono diminuiti i reati del 20%. Sono bastati dei lampioni in più, qualche aiuola. I ragazzi che magari erano portati a passare per zone buie e magari nella zona buia rompevano un vetro perchè tanto nessuno li avrebbe visti non lo fanno più e non per paura ma perchè al buio sei portato a diventare oscuro anche tu.Forse sarò un pochino demagogico ma mi piace pensare che la luce illumini non solo le strade ma anche le persone. E' una luce in più per Roma in una zona dove per troppo tempo è stata spenta causa inerzia,ignoranza,incapacità politica.I politici di destra e sinistra devono capire che in una grande città le risorse devono andare dove c'è più gente,come in periferia.
D. Classica domanda per chiudere: cosa stai preparando?
R. Sto facendo parecchie cose che nascono dall'esperienza di questo nuovo teatro. Già in soli tre-quattro mesi il mio futuro prende energia da quella sala per cui mi dedicherò a quello cercando di iniziare a fare delle produzioni che da Tor Bella Monaca facciano partire un'energia artistica che si irradi alla città e al resto d'Italia. Spettacoli che viaggeranno con la sigla Tor Bella Monaca. Poi un piccolo film con un giovane regista che è stato il mio assistente e si chiama Toni Trupia. Visto che in questi mesi praticamente vivremo lì perchè non realizzare un film che parta da quell'esperienza? Me ne occuperò sia dal lato produttivo che artistico e mi piacerebbe che andasse al Festival di Roma che ci sarà ad ottobre.Potrebbe esserci anche un altro mio film come regia...vedremo, mi sono arrivate delle idee, delle proposte, ma per ora niente di preciso. Diciamo che il futuro immediato per me è Tor Bella Monaca.
R. Esatto.Gli uomini giusti nei posti giusti.La sceneggiatura di Petraglia e Rulli ha definito i personaggi benissimo,con una straordinaria capacità introspettiva grazie poi alla base costituita dal romanzo di Giancarlo De Cataldo da cui il film è tratto.Tutto ciò è ritornato agli attori e di conseguenza al regista.A me spettava soltanto di orchestrare tanta ricca materia e tanti bravi attori.
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