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Marah - If You Didn’t Laugh... You’d Cry Marah - If You Didn’t Laugh… You’d Cry The first best record of 2006. Marah rock, and we, listeners, roll with them! I Marah arrivano al loro quinto album in studio (più un live) e a noi non resta che gioire. Il motivo? Semplice: il rock’n’roll ha trovato un altro veicolo per potersi moltiplicare, ed i fratelli Bielanko, hanno decisamente visto la stessa ‘luce’ che colpì ‘Joliet’ Jake Blues nei Blues Brothers. ‘Closer’e ‘Hustle’ sono il miglior modo per aprire un disco, il paragone con i Rolling Stones è inevitabile e i Marah reggono il confronto alla grande. Keith e Mick dovrebbero stare attenti a questi nipotini ‘illegittimi’. ‘City Of Dreams’ è un tuffo negli anni ’60 con echi di Simon e Garfunkel e quel pizzico di southern sound che viene dall’uso della pedal steel guitar che ha il potere immediato di evocare grandi spazi…’Sooner Or Later’ è il perfetto singolo, con la sua melodia facile e la sua semplicità che è però sincera e non ricercata a forza come troppe volte accade nell’arido panorama musicale dei nostri giorni. Menzione a parte per la dolce ‘So What If You’re Out Of Tune (W/The Rest Of The World)’ registrata, come testimonia il booklet in un bagno di un appartamento a Brooklyn che chiude l’ipotetico primo lato dell’lp. Il secondo lato non delude e conferma tutto il buono ed il bello che i Marah ci hanno offerto: il groove sporco di ‘Poor People’ e le reminescenze dylaniane di ‘The Dishwater’s Dream’ e ‘Walt Whitman Bridge'. Gran bel disco, fatto di pochi e semplici ingredienti, come i piatti più gustosi. Jacopo Meille |
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