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Jean Louis Murat - 1829 Jean Louis Murat - 1829 Old poetry transported in a new way, with melodies and modern instruments. Murat découvres les verses de De Berangér, chansonnier de XIXeme siècle Non è una novità trovarsi di fronte a musicisti che prendono inspirazione da poesie del passato, anche nel nostro paese. È una prassi che non sempre ha risultatati di grande valore, dato che il verso poetico, che vive di una sua musicalità, non sempre viene valorizzato da una melodia. L’operazione di Jean Louis Murat, i cui album sono reperibili in Francia grazie alla distribuzione Virgin/Emi, è però specifica nei confronti dell’opera di P.J. de la Beranger e delle sue poesie di primo ottocento. Più che poeta, De Berangér (1780-1857) è considerato vero e proprio chansonnier, le cui produzioni vennero raccolte nel 1851. Questo disco comprende molti poemi che si intrecciano con una storia che ben conosciamo, tra Rivoluzione e Impero Napoleonico. Sono versi interessanti, dalla vena spesso ironica (Ci avevo preso gusto alla Repubblica/Da quando ho visto tanti re si legge in Ma République). Con questo materiale Murat si è limitato a una strumentazione scarna, con chitarra, basso e batteria, ma soprattutto usando la voce come elemento narrante per non distogliere l’attenzione sui versi. A volte la melodia funziona, a volte no. Ma l’operazione alla fine risulta valida. Michele Manzotti |
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