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Teddy Thompson – Separate ways
Teddy Thompson – Separate ways
(verve)

A name to watch out. Richard and Linda Thompson’s son reachs his own maturity in this solid second album.
E’ difficile staccare il nome del padre da quello del figlio. Capita a Teddy Thompson, è capitato a Jeff Buckley, a Rufus e Martha Wainwright, Nick Harper figlio di Roy, e così via.
Il rapporto agli occhi esterni è spesso ben diverso da quello intimo della famiglia. Si deve a volte fare buon viso a cattivo gioco, oppure immaginarsi cosa si sarebbe senza quel cognome. Per chi vive bene, tutto a posto. Per qualcun altro può essere invece un trauma, profondo.
Teddy, figlio di Richard, pare aver imparato bene la lezione del padre e in questo suo secondo album, “ Separate Ways”, pubblicato a cinque anni dal suo esordio, colleziona una sequenza di belle canzoni dal tono cantautorale elettroacustico.
In “Separate ways” brillano “Shine so bright”, il brano che dà il titolo all’album, ”No way to be” che potrebbe essere stata scritta da Jackson Browne (una certa aria di “L.A. Today” si annusa in tutti i brani, diciamo il vero !) in cui spicca una misuratissima prova contrappuntistica di Garth Hudson (The Band) e la conclusiva “ Frontlines”.
A metà strada fra The Band, le canzoni del padre e una inflessione che a volte ricorda Morrisey, Thompson ha disposto bene le cose: ha lasciato al padre le incombenze strumentali, fatto raccogliere da lui alcuni dei migliori turnisti sulla scena che vanno a implementare una formazione base oliata e nata sulla idea di avere una live band e non vivere alle spalle delle ombre altrui. Certo è che quando papà Richard tocca la sei corde in qualsiasi interludio strumentale dei 12 brani della raccolta, il disco diventa il suo a tutti gli effetti.
Effetto positivo ? preoccupante ? Nell’imbarazzo della scelta Teddy pare aver deciso per la strada più giusta: andare avanti, ed ha fatto bene!
Ernesto de Pascale
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