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Pinetop Seven The Night’s Bloom Pinetop Seven The Night’s Bloom After a long hiatus Darren Richard’s band is back with their best effort to date. Lush, sad gothic american not without an everlasting glimpse of hope. Il classico album che piove dal nulla, silenzioso e inaspettato. Erano praticamente spariti dal radar i Pinetop Seven, creatura che ruota attorno al solo Darren Richard e che viene assemblata di volta in volta. Un lustro intero dall’ultimo album, Bringing Home the Last Great Strike, che aveva segnalato una scrittura solida ma non distintiva come Calexico o Tarnation, e poi nulla. Mancavano dei dettagli, evidentemente. The Night’s Bloom entra sulla scena in punta di piedi ma alza parecchio la posta in palio, Richard voleva un suono più ricco e per farlo ha chiamato molti più musicisti. Fiati, archi ed anche uno xilofono, per un dipinto più ricco che si allaccia ad un suono certo classico ma mai scontato. Da His Aging Miss Idaho a A Fire Burns at the Foot of Our Bed, Richard lascia che la malinconia non si attacchi ossessivamente alle canzoni, permettendo alle orchestrazioni di alleggerirle, come accade magnificamente in Born Among the Born Again. Conta senza dubbio che alcune, la swingante June o l’asciutta A Page From the Desert siano le migliori che abbia mai scritto, e conta anche che In The Night’s Bloom ci sia una canzone per chiunque ami il cantautorato americano. Speriamo solo che adesso Richard non sparisca per altri cinque anni. Bernardo Cioci |
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