Return to form by the best american party band with some killer stuff and a great choice of cover songs.
Good news: Southside Johnny is still the best hardcore blue eyed soul singer alive!

Mai perso la bussola Southside Johnny e i suoi Asbury Jukes. Tornano in porto con un album potente e divertente. “Into the harbour” è il cosiddetto “ritorno alla perfetta forma “ della seconda miglior band di Asbury Park (l’altra ve la potete immaginare). Da “Happy”, della coppia Jagger/Richard, in una versione che i due dovrebbero riascoltarsi con attenzione, fino a una arrabbiatissima “Tear stained letter” di Richard Thompson che ha lasciato sorpreso il recensore (e forse anche l’artista) attraverso belle versioni di “Hang down your head” di Tom Waits, “When rita leaves” di Delbert Mc Clinton.
La più bella notizia è però poter affermare a pieno titolo che la penna di John Lyon non si è prosciugata; Southside scrive ancora canzoni semplici basate su un groove micidiale e pensate per la sua corda vocale, quel hardcore blues eyed soul in cui non ha rivali. Basti ascoltare “You’re my girl” o il brano che dà il titolo all’album, una ballata matura che riporta agli esordi della band. Fra gli autori con cui John ha collaborato questa volta appare anche quel Felix Cavaliere che ricordiamo leader di The Rascals, una celebre formazione del New Jersey (composta tutta da italoamericani!) famosa in tutto il mondo per “Groovin’, un bel rhythm & blues progenitore dello stile dei Jukes che Johnny più volte ha proposto dal vivo. Qui Cavaliere asseconda Lyon in “The time between”, un semplice ma affettivo brano sulla lontananza, dal mood vagamente alla Marvin Gaye.
Si arriva perciò in fondo al disco felici e la voce di John ben amalgamata con gli arrangiamenti fiatistici che sono il marchio di fabbrica dei Jukes è sufficientemente originale ed affascinante per farti ricominciare da capo. Tanta roba, insomma, e tutta buona. Una impressione confermata anche dallo splendido concerto visto e recensito sempre su queste pagine.

Ernesto de Pascale