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François Couture – Ludovica (2006)
François Couture – Qallunak (2005)

(Boghei Records)
www.boghei.com
www.stufiofc.com

La musique ethnique efficacement rencontre pop et électronique

Ethnic music succesfully meets pop and elettronic music

E’ uno sperimentatore a cui piace varcare i confini tra la musica etnica, il folk, l’ambient e l’elettronica il canadese François Couture, e lo sa fare con grande musicalità e con il buon gusto necessario per realizzare dischi affascinanti e suggestivi.
Fedelmente alla passione per questo genere musicale, ha recentemente pubblicato per l’etichetta canadese Boghei il suo secondo album, dal titolo “Ludovica”. L’album è un omaggio alla città di Quèbec, in Canada, il cui nome all’inizio del 1600 andò incontro alla proposta di essere modificato in Ludovica o Louisville in onore di Luigi XIII. L’omaggio di Couture alla città si concretizza attraverso i quadri musicali delle sue composizioni e attraverso alcune fotografie di angoli della città, riportate nel libretto, dal sapore d’altri tempi.
“Ludovica” è un disco che ha il fascino dell’esotico e che non ha paura di unire, anche con scelte azzardate, la musica etnica e tradizionale a basi elettroniche, la musica gitana e il folk al pop.
C’ molto eclettismo, sia nelle diverse origini della musica etnica da cui Couture trae ispirazione che nelle strutture dei brani.
Il progetto e l’intenzione sono interessanti e affascinanti. Peccato che l’album sia più efficace nella sua componente etno che in quella elettronica, e che scivoli un po’ verso il basso con qualche brano troppo ridondante, con qualche coro eccessivamente pomposo, con qualche rielaborazione troppo tornita e new age di elementi classicheggianti.
Ma per un artista come Couture, qui in Italia davvero poco conosciuto, è interessante fare un passo indietro, tracciando un quadro anche del suo album di debutto, dal titolo “Quallunak” e pubblicato sempre per la Boghei nel 2005.
“Quallunak” è un album meraviglioso e molto intenso, davvero riuscito, in cui i punti più deboli di “Ludovica” non si accusano per niente.
Questa volta la fusione tra musica etnica ed elettronica è molto più bilanciata ed efficace. Si lascia che lo spirito etnico traspiri profondamente dalle note dell’album, con le basi che vanno a costituire un elemento solo di contorno, soprattutto di contestualizzazione della musica in chiave moderna, mai prepotente. Ci sono più idee musicali e una contaminazione che, a differenza dell’album successivo, spesso oltre all’ambient guarda curiosamente verso l’hip hop e lascia spazio a bellissimi recitativi e cantati nelle lingue orientali originali.
Anche in un genere musicale come l’etno ambient e la new age, in cui a volte si rischia di cadere nel banale e nel già sentito, Quallunak è un disco scorrevole e molto affascinante, in cui le capacità di Couture sono messe in evidenza a pieno.

Giulia Nuti

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