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Grace Potter & the Nocturnals - Nothing but the water
(cd + dvd)
(ragged company/Hollywood records)
www.raggedcompany.com
www.goddard.edu

Something old, something new, somethin borrowed, something blue and something wurlitzered

La riscossa del piano elettrico Wurlitzer fra le cantautrici della ultima generazione è in pieno atto. Dopo Norah Jones ed Hether Greene - per citare le prime due che ci vengono alla mente - è la volta adesso di Grace Potter, accompagnata in questo “Nothing but the water“ dai suoi The Nocturnals, a farne grande, spregiudicato, uso.
La Potter, a metà strada fra Bonnie Raitt, Delaney Bramlett, Joan Osborne e Susan Tedesch basa le sue semplici canzoni su groove ciccioni e paciocconi con tanto di palesi blues variations.
Impossibile che le canzoni di Grace Potter possano risultare ostiche o antipatiche a Il Popolo del blues visto che toccano i nervi che più di altri animano queste pagine : something old, something new, somethin borrowed, something blue come si diceva una volta e la bella Grace ci riporta ai migliori Black Crowes ma senza l’ansia del all in the family o al dimenticato Lee Michaels nome noto alle platee delle sale Fillmore fra sessanta e settanta.
L’asso nella manica e ciò che differenzia Grace dalle altre ragazze di oggi è il suo strumento: prospiciente in organo Hammond B3, suo primo strumento, la Potter se la cava benissimo al piano ed affini. Si ascolti “Left Behind “ e la successiva “Treat me right” che paga un bel tributo ai Little Feat al punto che Grace potrebbe essere addirittura la miglior sostituta nella band i Payne e soci della già brava Shean Murphy.
Grace Potter, nonostante la sua giovane età appartiene infatti a una generazione di cantanti femminili che devono fare i conti con i colossi di qualche generazione fa : da Tina Turner a Rickie Lee Jones. E la Potter, nonostante qui ci si ritrovi nella stessa zona d’azione dei primi tre album della rossa Raitt ( “BR”, “Give it Up” e lo splendido “Takin’mytime “)se la cava egregiamente tenuto conto che non ha dalla sua i grani autori che aveva la Raitt. Quindi una stella in più per la davvero bella “All but one “, piccola “Angel from Montgomery” di un disco che ci indica una cantantessa un po’ diversa. Nessuna nuova ma una buona nuova davvero.

Ernesto de Pascale

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